
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 08 Febbraio 2016
Crotti, patrimonio non solo della Valle «Chiediamo l’Unesco»
Torna in auge l’idea di inserire le caratteristiche cantine nella “tentative list” Circa mille quelli censiti in zona. «Hanno una forte valenza identitaria, vanno protetti».
Chiavenna
«I crotti della Valchiavenna diventino patrimonio dell’Unesco». Torna la proposta di avviare l’iter affinché si giunga al riconoscimento da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Non è la prima volta che il tema emerge in valle.
Già una quindicina di anni fa la Comunità Montana si era mossa su questa strada avviando uno studio sui crotti presenti in valle. La questione poi era caduta sostanzialmente nel dimenticatoio. É tornata venerdì sera, durante l’incontro pubblico promosso dall’Istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di Chiavenna nell’ambito del suo ciclo di incontro “Progetto Scuola Viva per tutti”. A riproporre il tema è stato l’esperto di storia locale Guido Scaramellini, che ha sottolineato l’importanza degli oltre ottanta siti, per un totale di circa mille crotti presenti nella zona, che, secondo lo studioso, a buon diritto potrebbero essere annoverati tra i beni dell’umanità. Oltre cento le persone al terzo incontro della scuola riservato a “I Crotti nella cultura, nell’urbanistica e nell’economia della Valchiavenna”.
«Un tema di forte spessore identitario - è stato sottolineato dal dirigente Salvatore La Vecchia - che non poteva mancare negli appuntamenti di una scuola che vuol mettere al centro della sua attività didattica il rapporto con il territorio».
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