Giù l’ex hotel Posta
Addio a un pezzo di storia

Campodolcino, quasi ultimata l’operazione avviata nel fine settimana su ordinanza del Comune

Campodolcino e la Vallespluga dicono addio all’hotel Posta.

Partiti alla fine della scorsa settimana dopo due ordinanze dell’amministrazione comunale, i lavori di parziale demolizione dell’ormai fatiscente e pericolo albergo di via Tini volgono al termine.

Demoliti il tetto e due piani di quello che fino a una quarantina fa era un gioiello dello stile Liberty in valle. Le due ordinanze del Comune guidato dal sindaco Enrica Guanella, che ha preso il toro per le corna affrontando il problema della sicurezza dello stabile dopo anni di tentativi andati a vuoto, sono arrivate a stretto giro di posta.

La prima del 10 luglio ordinava alla proprietà, Hotel Posta srl in liquidazione, di provvedere ai lavori di messa in sicurezza in base alla perizia tecnica fatta fare dalla stessa amministrazione. La seconda, del 16 luglio, prendeva atto del fatto che la proprietà non aveva ottemperato a quanto disposto e disponeva di procedere autonomamente. Salvo poi rivalersi sulla proprietà per le spese sostenute. Con un affidamento dei lavori a tempo di record sabato i lavori sono partiti. Tra lunedì e martedì il grosso delle operazioni, seguite con grande curiosità da valligiani e turisti.

Tantissimi si sono fermati per documentare con foto e video la demolizione di gran parte dello stabile. Dopo la demolizione, che rimane parziale, ci sarà l’intervento di messa in sicurezza.

Tutte le macerie restano

Le macerie rimarranno all’interno del perimetro costituito dal primo piano. «Sono iniziati i lavori di messa in sicurezza dell’ex Hotel Posta che si concluderanno entro fine mese - ha spiegato il sindaco Guanella -. Dopo tre anni di incontri con la proprietà, tutti purtroppo non andati a buon fine, si è presa la drastica soluzione di abbattere parzialmente l’edificio fatiscente e pericolante per il bene del paese. Dal 5 gennaio la strada delle Tini è stata chiusa al traffico veicolare e pedonale per rischio crollo. L’isola ecologica e due edifici adiacenti al Posta non erano più accessibili. Inoltre, la fermata del pullman in piazza era stata sospesa». Una situazione diventata insostenibile. Oltretutto il rudere è proprio all’inizio dell’abitato del paese.

Recupero impossibile

Non proprio un gran biglietto da visita per una località turistica: «Ci dispiace perdere un pezzo di storia del nostro paese, ma quattro mura pericolanti non possono più rappresentare un passato glorioso tramontato già dagli anni 40. Vent’anni fa si sarebbe ancora potuto recuperare l’edificio, ogni amministrazione che si è succeduta ha cercato di trovare soluzioni con la proprietà senza buon esito. Ormai anche in previsione di un potenziale restauro l’edificio avrebbe dovuto essere abbattuto per la sua ricostruzione. Essendo un paese turistico sappiamo che questo non sarebbe stato il periodo ideale per questo intervento, ma i termini legali sono improrogabili e la sicurezza pubblica viene prima di tutto».

Attualmente non ci sono previsioni per l’ultimazione dei lavori. Cioè per la demolizione della parte restante e per la rimozione del materiale. Operazioni che hanno un costo stimato in circa 400mila euro.

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