Incendio al Castagneto: «Non ci sono atti illeciti, ma dobbiamo indagare»

Non è ancora esclusa l’ipotesi del dolo per il rogo al pub

San Giacomo Filippo

«Non ci sono manifeste evidenze di atti illeciti, ma occorre indagare a fondo». Niente inneschi o materiale infiammabile trovato all’interno o nei dintorni dell’ex Castagneto di Gallivaggio di San Giacomo Filippo, andato a fuoco nella serata di martedì scorso, insomma, ma questo non vuol dire che l’ipotesi di incendio doloso sia ancora da scartare. Sul caso sta indagando il Nia, il nucleo investigativo antincendio dei Vigili del Fuoco, deputato a far luce sulle cause di incendi come questo.

L’immobile è stato posto sotto sequestro dai carabinieri su indicazione della Procura di Sondrio: «Si tratta di un incendio di entità non trascurabile – spiega il tenente Aldo Leone, da poche settimane alla guida della compagnia dei carabinieri di Chiavenna – ed è giusto che chi di competenza faccia indagini approfondite. Ad un primo sopralluogo non sono stati trovati elementi che inducano a pensare ad un incendio doloso, ma questa rimane un’ipotesi di lavoro». Ci vorranno, insomma, ancora alcuni giorni per vederci chiaro su un episodio che ha colpito molto la valle. Se non altro perché all’ex pub posto lungo il tracciato della statale 36 in moltissimi erano legati per avervi passato momenti della propria giovinezza, almeno fino a quando, ormai circa 25 anni fa, non era arrivata la chiusura definitiva. Da quanto si è capito, le fiamme si sarebbero propagate dalla tromba delle scale al secondo piano dello stabile, disabitato per la parte residenziale e chiuso per quella commerciale da tempo. Fiamme che, quindi, hanno interessato il tetto levandosi alte in cielo e provocando una consistente colonna di fumo. Per spegnerle è stato necessario un massiccio intervento dei Vigili del Fuoco del comando di Mese, sul posto con tre autobotti e l’autoscala, oltre ad altri mezzi di supporto. Intervento durato fino a notte, quando le fiamme erano ormai sotto controllo, poi ripreso nella mattinata di mercoledì per la bonifica e favorito dalle intense piogge cadute sulla Valchiavenna in quelle ore. Come chiarito dai carabinieri, rimane sotto sequestro l’immobile, per garantire indagini accurate, ma non l’area circostante.

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