
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 05 Maggio 2025
«Nella favola la principessa è un uomo»: a Chiavenna scoppia la polemica per il manifesto dell’organizzazione Pro Vita e Famiglia
Chiavenna
Il manifesto della discordia, tanto da chiederne la rimozione. Dura presa di posizione dell’associazione Valtellina Arcobaleno contro il manifesto di ProVita&Famiglia apparso nei giorni scorsi su viale Matteotti, quasi all’incrocio con piazza Bertacchi a Chiavenna. «Abbiamo chiesto ufficialmente al Comune di Chiavenna, la rimozione immediata di un cartellone affisso in piazza Bertacchi e firmato dall’organizzazione “Pro Vita e Famiglia”. Non possiamo parlare di libertà di espressione quando si tratta di manifesti che veicolano odio, disinformazione e violenza simbolica. I cartelloni Pro Vita non sono opinioni: sono strumenti abusanti che attaccano diritti, dignità e libertà individuali, diffondendo messaggi offensivi, lesivi e profondamente stigmatizzanti. Il contenuto affisso a Chiavenna risulta in palese violazione della legge, che vieta esplicitamente messaggi sessisti, contenuti discriminatori e propaganda lesiva dei diritti civili e politici».
Sul manifesto il volto di una bambina e il virgolettato «Oggi a scuola ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo!». Firmato Anna, di 8 anni. Quindi la campagna “Mio Figlio No” e un Qr Code per firmare la petizione “Scuole libere dal Gender”. In altre città, il caso più celebre a Roma, i cartelli sono stati rimossi. Tra molte polemiche, ovviamente.
«Questo episodio è ancora più grave poiché avviene alle soglie della Giornata Internazionale contro l’omolesbobiatransfobia del 17 maggio e a pochi mesi dal primo Pride della provincia di Sondrio, Valtellina-Chiavenna Pride del 20 Settembre. Confidiamo che anche a Chiavenna, come già accaduto a Roma e in altre città italiane nelle scorse settimane, il Comune intervenga prontamente per la rimozione del materiale. Chiediamo a tutte le istituzioni, forze politiche e cittadinanza di prendere posizione e non restare indifferenti davanti a queste forme di propaganda travestite da “opinione”».
Conferma la legittimità dei manifesti l’associazione ProVita&Famiglia: «La campagna di affissioni anti-gender in corso a Chiavenna, così come in molte altre città italiane, è perfettamente legittima, e le contestazioni di una presunta violazione delle norme sono totalmente infondate, dato che il contenuto delle immagini non è minimamente lesivo od offensivo di alcuna persona. La norma citata si riferisce solo alle pubblicità commerciali e non alle comunicazioni sociali come la nostra. Pertanto rispediamo al mittente le accuse, volte solo a pretendere una censura politica di opinioni diverse dalle proprie degna di un regime totalitario e in contrasto con la libertà di manifestazione espressamente tutelata dall’articolo 21 della Costituzione».
Infine, la posizione del Comune di Chiavenna, chiamato in causa da Valtellina Arcobaleno: «A seguito di un approfondimento da parte degli uffici competenti – ha spiegato il sindaco Luca Della Bitta – non si ravvisano violazioni alla normativa richiamata dal comunicato». Ergo, il manifesto rimane dov’è.
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