
Cronaca / Valchiavenna
Giovedì 02 Ottobre 2025
Novate Mezzola, uomo si accoltella e poi aggredisce i soccorritori
L’uomo, un cinquantenne della zona, è stato fermato con il taser dopo aver tentato di aggredire i sanitari e i carabinieri intervenuti sul posto. Ricoverato a Sondrio.
Novate Mezzola
Non era ancora l’alba quando alla centrale unica di emergenza 112 è giunta la chiamata di un paio di automobilisti di passaggio sulla statale 36 dello Spluga, in territorio comunale di Novate Mezzola, che segnalavano la presenza in strada di un uomo seminudo totalmente sporco di sangue.
Sul posto, oltre al personale sanitario di un’ambulanza, venivano mandate le forze dell’ordine per verificare l’accaduto. La compagnia carabinieri di Chiavenna, guidata dal tenente Aldo Leone, indirizzava sul luogo indicato dai testimoni una «gazzella» del Nucleo operativo e radiomobile diretto dal luogotenente Giuseppe Cacicia e, nel contempo, una pattuglia della più vicina caserma di Novate Mezzola, agli ordini del sottufficiale Raffaele Baruta.
I militari si trovavano di fronte un uomo, poi risultato essere un cinquantenne della zona, che, poco prima, si era accoltellato alla pancia impugnando un grosso coltello da cucina e sanguinava vistosamente. Tuttavia, nonostante le ferite, manteneva un atteggiamento fortemente aggressivo nei confronti dei componenti delle due auto di servizio e dei sanitari. A un certo punto, per evitare conseguenze peggiori, gli operatori in divisa sono ricorsi al Taser per immobilizzarlo e disarmarlo. Poco dopo è stato caricato su un’autolettiga e trasportato d’urgenza all’ospedale di Sondrio. L’episodio è avvenuto attorno alle 4 e nella struttura ospedaliera del capoluogo l’individuo è stato poi sottoposto a un intervento chirurgico. Nella giornata di ieri risultava ancora ricoverato e il comandante della compagnia carabinieri di Chiavenna era in attesa di conoscere l’esatta prognosi, precisando che gli accertamenti investigativi non si sono ancora conclusi. Al momento non dovrebbero esserci dubbi che si sia trattato di un gesto autolesionistico, ma giustamente non si vuole lasciare nulla di inesplorato e si attende di potere parlare con il paziente - cosa sinora non possibile - prima di chiudere il caso.
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