
Cronaca / Valchiavenna
Domenica 15 Giugno 2025
Raccolti oltre 75mila euro per il santuario del Gallivaggio
Per completare il restauro manca all’appello un milione di euro
Chiavenna
Lievitano di giorno in giorno le donazioni per il restauro del Santuario di Gallivaggio i cui lavori sono partiti il 31 marzo scorso e per far fronte ai quali manca all’appello un milione di euro. Che don Andrea Caelli, arciprete di Chiavenna e amministratore del Santuario, unitamente al Comitato per il Santuario medesimo costituito in parrocchia, sta cercando di raccogliere attraverso un’attività di foundrising gestita da uno staff di persone competenti e dedicate guidate da Alessandra Garolini.
Domenica scorsa la colletta diocesana, indetta dal vescovo, cardinale Oscar Cantoni in tutte le chiese della diocesi, che sta portando molto bene alla causa perché la cifra di 45mila euro già raccolta nelle settimane precedenti è lievitata subito dopo a 65mila e, a una settimana esatta di distanza dalla colletta, domenica, si attestava a quota 76.590, in costante aumento.
«Sappiamo che i fedeli hanno donato molto - dice Alessandra Garolini - e che tante parrocchie hanno raccolto l’invito del vescovo e, piano piano, stanno effettuando i versamenti online attraverso la Fondazione Italia per il dono al link apposito (https://dona.perildono.it/santuario-di-gallivaggio/). Dalla parrocchia di San Lorenzo a Chiavenna sono giunti 6mila euro, ma importi significativi sono stati raccolti anche altrove e stanno per essere via via versati. Siamo molto fiduciosi. Abbiamo stampato anche dei bollettini di conto corrente postale diffusi alle famiglie della Valchiavenna perché possano donare anche in questo modo se ritenuto più comodo». Tante anche le donazioni da privati, notevoli, come quella da 26mila euro risalente ad alcuni giorni fa, ma anche più piccole, da 15-20-50 o 100 euro, significative, tutte, di un grande attaccamento alla Madonna di Gallivaggio e al Santuario. E questo nonostante siano passati sette anni dalla sua chiusura in seguito alla frana del 29 maggio 2018 che aveva scaricato sul complesso religioso e abitativo ben 7500 metri cubi di materiale. Provvidenziale l’allerta diffuso pochi giorni prima da Arpa Lombardia e l’evacuazione, così come il vallo paramassi già presente a protezione del nucleo, ma secondo don Andrea Caelli «anche la provvidenza divina ha fatto la sua parte».
Ora, si tratta, però, di pensare a come far rivivere questo luogo al netto dei lavori già avviati e che seguiranno. «La ricostruzione materiale è importante - dice don Caelli -, ma noi stiamo già ragionando sulla gestione futura dei luoghi, che per tornare a vivere devono essere abitati. Vorremmo che alcune persone stessero in pianta stabile a Gallivaggio per accogliere i pellegrini, i fedeli, ma anche persone non così di fede ma alla ricerca di spiritualità e di un luogo in cui meditare. Poi, ci sono i pellegrini moderni, i turisti, che transitano numerosi in zona e che, secondo noi, potrebbero benissimo sostare anche a Gallivaggio».
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