Rubate le frecce che segnano i percorsi
del Cai Valle Spluga

Il furto al bivacco del Servizio. I volontari sono rimasti senza parole

Campodolcino

Si tratta di un furto bello e buono, ma il perché ignoti abbiano deciso di portarsi a casa le frecce che segnalano i sentieri che il Cai della Vallespluga aveva lasciato in deposito al bivacco del Servizio rimane un mistero. Il caso è sicuramente curioso, ma c’è delusione e rabbia nelle parole del presidente del sodalizio Franco Gianera: «Si tratta di un gesto incomprensibile. Sono frecce in acciaio con delle serigrafie che non si possono modificare. L’unica spiegazione è che chi ha commesso questo gesto voglia tenersele in casa per ricordo».

Si tratta di poche decine di euro di danno, senza contare la fatica compiuta per portare le frecce ai poco meno di 2600 metri del bivacco, uno snodo strategico per le traversate da chi sale attraverso il Passo del Servizio partendo dalla Valle del Drogo e dalla diga di Truzzo o per chi lo usa come punto di appoggio per salire alla cima del Pizzo Quadro, una delle mete più ambite della Valchiavenna con centinaia di salitori ogni anno. Un bivacco prefabbricato e rivestito in pietra inaugurato ormai 30 anni fa. Qualcuno che è passato non ha trovato di meglio che portarsi a casa un ricordo, anche pesante, visto che si tratta di frecce in metallo da trasportare in discesa per un paio d’ore fino a Starleggia.

«Non è la prima volta che subiamo ammanchi in attrezzature nei nostri bivacchi – spiega Gianera –. Alcuni anni fa dal bivacco Ca’ Bianca sono stati portati via una mazza e una pala». Se non altro oggetti riutilizzabili, anche se forse la fatica per portarseli a casa non vale l’impresa: «Questa domenica alcuni volontari volevano posizionare le frecce segnaletiche precedentemente portate al bivacco da altri volontari, un bel lavoro di squadra. Bisogna capire che il lavoro dei soci e dei volontari è preso dal proprio tempo libero, e questi “scherzi” sono un insulto a chi decide di dedicare il proprio tempo al volontariato e, come nel nostro caso, alla montagna. Speriamo si sia trattato solo di un gioco e che, anche anonimamente, le frecce vengano restituite». La dotazione delle frecce è “pagata” dalla Comunità montana nell’ambito degli accordi con il Cai per la manutenzione della sentieristica. Il lavoro, invece, è tutto sulle spalle dei volontari. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le denunce da parte delle tre sezioni del Cai presenti in valle, Vallespluga, Chiavenna e Novate-Verceia, per come i turisti utilizzano i bivacchi, dai danneggiamenti alla sottrazione di materiale per finire con il bivacco, soprattutto quelli in pietra e dotati di cucina, utilizzati come “casa vacanze”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA