
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 23 Giugno 2025
Tragedia di Villa di Tirano, si indaga sulle cause
La pensionata Maria Borserini, 89 anni, forse mentre ancora stava dormendo nel suo letto è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa esploso dal figlio, Emilio Del Dosso Vanari, 50 anni (il 12 agosto sarebbero stati 51).
Villa di Chiavenna
«Aiuto correte, correte. Madre e figlio sembrano morti». Un filo di voce e la donna delle pulizie, sessantenne, origini straniere, ma da anni sposata a un valtellinese in paese, dove è perfettamente integrata, chiama il numero unico di emergenza 112 e allerta i soccorsi e poi i carabinieri.
E’ lei lunedì, di primo mattino, ad aprire la porta di casa, al primo piano della bella palazzina a tre piani al numero civico 35 di via Roma, a Villa di Tirano, e accorgersi di quella che, ben presto, avrà tutti i contorni di una tragedia familiare. Suona il campanello e nessuno apre e allora, senza perdere tempo, apre con la sua chiave. E’ l’ora in cui, tutti i giorni, raggiunge l’edificio in cui abitano soltanto madre e figlio, per dedicarsi, innanzitutto, alle faccende domestiche. Ma non ci sono spazi d’azione, purtroppo, per i soccorritori che arrivano in pochi minuti dalla chiamata: le due persone all’interno dell’appartamento sono morte, per loro non c’è più niente da fare. Resta unicamente da stabilire con precisione, se possibile, l’ora in cui si è consumato l’omicidio-suicidio.
La pensionata Maria Borserini, 89 anni, forse mentre ancora stava dormendo nel suo letto è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa esploso dal figlio, Emilio Del Dosso Vanari, 50 anni (il 12 agosto sarebbero stati 51), occupato da tanti anni come operaio specializzato alle “Officine Magro” dell’imprenditore Pietro Magro, un’azienda metallurgica che produce pezzi di precisione situata nel paese al confine con la Svizzera.
Poi il figlio, ammazzata la madre, raggiunge la sua camera da letto e all’interno con la stessa pistola a tamburo si uccide, a sua volta, sparandosi un colpo solo alla tempia che non gli lascia scampo. Un solo proiettile, dunque, come per l’amata mamma a cui era legatissimo.
Insomma, un omicidio-suicidio in un contesto familiare che, a detta di tanti conoscenti delle vittime ascoltati nelle ore immediatamente successive al tragico evento, non aveva dato, in precedenza, segnali di allarme. Le prime indagini dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile e della Stazione Cc della Compagnia di Tirano, guidata dal capitano Riccardo Angeletti, sul luogo del dramma della disperazione con i colleghi del Comando provinciale di Sondrio e gli esperti della Scientifica hanno ricostruito le fasi del dramma e sono già riuscite ad accertare che il revolver che ha fatto fuoco era legalmente detenuto dall’operaio che ha sparato mettendo fine alla vita dell’anziana mamma convivente, da qualche tempo inferma a letto dopo un ictus che l’aveva colpita pochi mesi fa. La donna, prima del pensionamento, aveva gestito per tantissimi anni con il supporto del marito il bar Roma, nel centro del paese.
Nelle prossime ore la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, deciderà a chi affidare l’esame autoptico sulle salme, ora ricomposte all’obitorio dell’ospedale del capoluogo valtellinese.
All’interno dell’appartamento non sarebbe stato rinvenuto un foglio in cui il cinquantenne, che lascia una sorella maggiore residente sempre a Villa di Tirano, dà spiegazioni del suo terribile gesto. A coordinare le iniziali indagini degli investigatori è giunto sul posto il sostituto procuratore Stefano Latorre che, al termine del sopralluogo, ha disposto il sequestro dell’immobile per consentire il completamento degli accertamenti da parte dei militari.
Gli inquirenti, alla ricerca di un possibile movente, non escludono alcuna pista, compreso quella riconducibile a un’eventuale patologia di tipo psicologico, magari di natura depressiva. L’operaio, negli ultimi tempi, non riusciva più a reggere il peso dell’impegnativa assistenza alla mamma reduce dall’ictus che l’aveva colpita nei mesi scorsi ? La sensazione di ciò, se dovesse essere vera, non è stata tuttavia colta da amici e conoscenti con i quali, talvolta, si tratteneva a parlare nelle pause del lavoro in fabbrica o al di fuori degli orari di lavoro
. Video di Luca GianattiOmicidio Via Roma
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