Golf: il lecchese Berlanda si gioca in Arizona la Ryder paralimpica

L’atleta è l’unico italiano convocato a partecipare alla Phoenix cup

Una sfida senza precedenti attende Cristiano Berlanda, golfista paralimpico lecchese e punto di riferimento del movimento azzurro. Per la prima volta nella storia, un italiano parteciperà alla Phoenix Cup di Phoenix, considerata la Ryder Cup Paralimpica, una competizione che oppone i migliori giocatori europei a quelli statunitensi.

«Sono stato convocato a marzo per la 31ª edizione della Phoneix Cup a Phoenix – racconta Berlanda – ed è un orgoglio immenso poter rappresentare l’Italia. Sarò l’unico azzurro in squadra», spiega con emozione. Berlanda, che da anni porta avanti la bandiera del golf paralimpico italiano, è diventato un simbolo di determinazione e coraggio. Orfano di padre e madre, focomelico dalla nascita, è stato adottato da una famiglia bergamasca. Con tenacia, ha trovato nel golf non solo una disciplina, ma una nuova identità: quella di campione capace di superare barriere fisiche e culturali.

Nel corso della sua carriera ha collezionato successi in tornei nazionali e internazionali, diventando ambasciatore di uno sport che, soprattutto in Italia, sta muovendo i primi passi in chiave paralimpica. La convocazione alla Phoenix Cup è la consacrazione di un percorso che va oltre i risultati sportivi: è un messaggio di inclusione e di possibilità.

La competizione si svolgerà dal 21 al 27 settembre 2025 a Phoenix, Arizona, pochi giorni prima della Ryder Cup professionistica di New York. Il format è lo stesso: 16 giocatori europei contro 16 americani, sfide match-play, spirito di squadra e tanta pressione.

«Ho impostato tutta la mia stagione su questo appuntamento – racconta Berlanda –. Ho rinunciato al Tour Europeo per concentrarmi esclusivamente sulla preparazione. Non nego che la notte faccio fatica a dormire: sento la responsabilità di rappresentare l’Italia e non voglio deludere nessuno».

La squadra europea arriva a Phoenix con il titolo da difendere: due anni fa, a St. Andrews, gli europei si imposero sugli Stati Uniti, scrivendo una pagina memorabile. Stavolta, però, il clima desertico dell’Arizona e il rinnovato “squadrone” americano renderanno la sfida ancora più ardua.

«Sarà una battaglia durissima, con 40 gradi all’ombra e una squadra americana fortissima. Ma vogliamo portare a casa di nuovo il trofeo. E per me sarà un motivo d’orgoglio doppio, perché questo debutto italiano può aprire la strada ad altri giocatori nelle prossime edizioni», sottolinea Berlanda.

Al di là del punteggio finale, la presenza di Cristiano Berlanda a Phoenix rappresenta già una vittoria. Per il golf paralimpico italiano è un passo storico, che segna l’ingresso nella massima ribalta internazionale e dà speranza a tanti giovani atleti con disabilità che vogliono avvicinarsi a questo sport. «Spero di fare bene, ma soprattutto spero che la mia partecipazione possa ispirare altri. È il sogno di una vita, e oggi sta diventando realtà», conclude il campione lecchese.

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