Lecco, tutti i finanziamenti degli altri comuni per gli stadi di serie C

Dalle analisi emerge che il Lecco sarebbe l’unica società del girone A a non beneficiare di cospicui fondi pubblici per lo stadio, a differenza di altre squadre in Lega Pro.

Lecco

La scelta di non riservare fondi allo stadio, o non quelli che la società chiederebbe, è politica. Ma non è diffusa. Praticamente delle venti società di Lega Pro girone A solamente la società Calcio Lecco 1912 srl non beneficia di cospicui fondi comunali, o regionali (via comunale). Di sicuro è l’unico, il Lecco, a doversi far carico anche della straordinaria amministrazione di uno stadio che è peraltro di proprietà comunale (come quasi tutti quelli della serie C).

A partire dalla capolista Vicenza: il Romeo Menti è stato recentemente rimodernato e presto dovrebbero partire gli interventi di manutenzione della Curva Azzurra chiusa oramai da quasi vent’anni per 200mila euro. La centrale termica è stata sostituita nel luglio 2024 con 70mila euro e l’impianto di illuminazione è stato rifatto con 250mila euro comunali nel 2020.

Il Brescia, è il capitolo più doloroso, perché passa dalla mancata iscrizione della vecchia società che aveva speso molti soldi nello stadio aprendo un contenzioso mai risolto con il Comune fino all’avvento della nuova realtà, l’Union Brescia, che ha azzerato la situazione. Ma resta aperto il contenzioso legale con la vecchia società visto che il Comune ha acquisito le migliorie apportate da Cellino al Rigamonti di Brescia.

Il Cittadella, con il suo stadio Tombolato, è difficile da mettere a paragone perché fino a ieri era in serie B ed è stato rifatto in parte con i soldi che la serie cadetta mette a disposizione delle società proprio per il rifacimento degli impianti sportivi. Comunque, la società padovana si è vista garantire dal Comune una parte della copertura finanziaria totale dei lavori, come pattuito negli accordi, rimborsando la società con un piano pluriennale per la sua quota.

L’Alcione Milano, invece, gioca a Sesto, in trasferta, sognando un proprio stadio. Si è parlato del Centro sportivo «Luigi Carraro» (Milano Sud), che dovrebbe essere rifatto con 3,4 milioni di euro del Pnrr destinati alla riqualificazione del palazzetto adiacente, ma la situazione è fluida. L’Inter U23 non ha un suo stadio e gioca a Monza, «affittandolo».

Lo storico stadio Briamasco di Trento è invece sostenuto dal Comune di Trento e dalla relativa Provincia autonoma. Sono loro i principali finanziatori degli interventi, spesso attraverso l’Asis (Azienda speciale gestione impianti sportivi del Comune). Dal 2021 sono stati spesi quasi 2,5 milioni di euro grazie ai due enti.

Anche la Pro Vercelli con il suo «Piola» si è vista riconoscere 200mila euro per il rifacimento del manto erboso nel 2022 e il resto l’aveva pagato lei. Un mutuo accordo, insomma. Come a Novara, stesso nome stadio diverso: le spese sono equamente suddivise tra pubblico e privato, visto che è il Comune di Novara proprietario dell’impianto e responsabile per le opere di manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza strutturale dello stadio. Una sorta di partenariato pubblico-privato indiretto, dove il Comune finanzia le grandi opere di proprietà e il club finanzia le migliorie funzionali.

Concludiamo la nostra analisi con l’ultima delle squadre attualmente nella griglia play-off, il Renate. Purtroppo non ha uno stadio di proprietà e va in affitto a Meda, ma sta cercando una soluzione alternativa. Ma anche sotto il decimo posto, la situazione è la stessa: stadi comunali e soldi che vengono o dati dalle amministrazioni o equamente suddivisi tra società e comune. Nessuna società delle ultime dieci paga con soldi propri le opere allo stadio, con l’eccezione dello stadio di proprietà Andreoletti, l’Albinoleffe Stadium. Quello è tutto a carico della società seriana, anche se non disdegna la possibilità di accedere a bandi pubblici per il finanziamento delle opere sportive (Coni e non solo).

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