Bormio, il Politecnico studia la rigenerazione del paesaggio alpino

Al mulino Salacrist i risultati del laboratorio tematico del polo universitario sulla riqualificazione degli immobili abbandonati

Bormio

Valorizzare le radici alpine del territorio dell’Alta Valle, area ad alta biodiversità e ricca di tradizioni agricole alpine, guardando alla rigenerazione di immobili e paesaggio: è questo l’obiettivo dello studio del Politecnico di Milano, i cui esiti possono essere visionati al Mulino Salacrist di Bormio nell’ambito di un’esposizione che rimarrà aperta sino al 27 settembre, dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 17.30 (ingresso libero).

In questa suggestiva location sono racchiuse idee e proposte che guardano al futuro del territorio, iniziative che rappresentano gli esiti di ben sei edizioni del laboratorio tematico “Rigenerazione di paesaggi fragili. Progetto e tutela per la montagna”, svolto nell’ambito del corso di laurea magistrale in architettura e disegno urbano presso il Politecnico di Milano tra il 2018 e il 2024. L’iniziativa, a cura dei professori Stefano Di Vita, Giacomo Menini e Francesca Vigotti con Andrea Arcidiacono, Davide Del Curto e Claudia Cavallo, è stata caratterizzata, nel corso degli anni, anche da numerosi sopralluoghi sul territorio e da confronti con l’amministrazione comunale di Bormio, una delle località protagoniste di studi ed approfondimenti.

«Abbiamo sempre accolto gli studenti – ha detto l’assessore Samanta Antonioli – con grande piacere, presentando loro le opere che avremmo fatto in ottica Olimpica, anche nel corso di un incontro al Politecnico. Gli studenti hanno sviluppato diversi progetti, sempre seguiti sul territorio da Pietro Maspes: sono stati studi e confronti interessanti, ricchi di spunti». Parlando delle “radici alpine” di Bormio, lo studio guarda allo spopolamento in atto nei territori montani, alla limitata offerta di opportunità lavorative al di fuori del contesto turistico e all’aumento considerevole dei prezzi delle abitazioni, che disincentiva sia l’arrivo che la permanenza dei giovani e dei lavoratori stagionali. Il progetto “Radici alpine” «propone di incentivare la nascita di un polo di ricerca dedicato allo studio del territorio e alla sperimentazione di nuove tecnologie applicate all’agricoltura di montagna, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile e radicato nella storia locale. Per favorire l’insediamento di ricercatori e di nuove professionalità, si prevede una strategia di rigenerazione degli immobili abbandonati attraverso la creazione di abitazioni a canone convenzionato e ostelli a basso costo».

All’interno della visione progettuale si promuove, inoltre, una mobilità lenta e condivisa che rafforzi le connessioni in paese e migliori l’accessibilità ai servizi. Per Bormio, particolarmente attenzionato è l’ex ospedale, sito nel cuore del centro storico del paese, per il quale il Politecnico guarda alla riqualificazione degli spazi pubblici e al recupero degli edifici dismessi per la creazione di nuovi alloggi convenzionati e di una casa di comunità. Ipotizzata anche la riqualificazione del waterfront del Lungo Frodolfo, oggi percepito come retro urbano, «affinché possa tornare ad essere un fronte vivo e riconosciuto recuperando il rapporto con il paesaggio e con le proprie radici alpine».

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