«Cari contadini, il futuro è bio E si impara a scuola»

Il coltivatore sale in cattedra e insegna il mestierem«Calano le rese, ma i prodotti sono più buoni e sani» La collaborazione con le docenti.

Teglio

Se si desidera promuovere la coltivazione biologica anche bisogna sensibilizzare anche le nuove generazioni, insegnando che una mela, non necessariamente perfetta dal punto di vista estetico, è però buona e sana. E che si può fare del bene al territorio tornando a coltivare grano saraceno, orzo e segale senza trattamenti chimici.

Ci sta provando Riccardo Finotti di Teglio coinvolto dalle insegnanti delle scuola primaria di Teglio, Antonella Sartoris e Manuela Bassi, in un progetto che prevede la coltivazione di un orto biologico di circa 600 metri quadrati, dato dal Comune a disposizione degli studenti. «La scuola ha un terreno dove sono state coltivate finora mele e patate con il metodo convenzionale - dice Finotti -. Le insegnanti mi hanno contattato per accompagnare due classi nel progetto “Frutteto bio-logico”, in cui anche i bambini mi daranno una mano. Per ora ho tenuto una lezione teorica in cui ho spiegato la differenza fra biologico e tradizionale: in pratica non si usa nessun tipo di pesticida o concime chimico, ma solo prodotti naturali, come il letame. Le erbacce andranno tolte manualmente, senza diserbanti». Nell’orto della scuola saranno piantati meleti resistenti alla ticchiolatura, patate biologiche, grano saraceno e verdure invernali come verze, cavolfiori, porri.

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