
( foto marco andreola)
La celebrazione Ieri mattina in Collegiata la prima messa di don Dei Cas, 27 anni, ordinato sabato in Duomo a Como «Non c’è vita di grazia senza che sia una vita di “grazie”» - Al novello l’amministrazione ha voluto donare la casula
Bormio
Una festa della comunità, che ha coinvolto tutti, dai più giovani agli anziani, per «rendere grazie a Dio per questo grande dono che ci ha fatto». Emozioni a non finire ieri mattina a Bormio, in occasione della prima messa di don Manuel Dei Cas, il ventisettenne ordinato sacerdote sabato a Como dal vescovo Oscar Cantoni.
Dopo diversi decenni, la Magnifica Terra è tornata a gioire per e con un suo figlio donato alla Chiesa: un «momento meraviglioso», come ha ricordato il sindaco Silvia Cavazzi, visibilmente emozionata, nell’accogliere don Manuel sul sagrato della Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio.
Un corteo festoso ha accompagnato il novello sacerdote dalla chiesa di San Vitale all’arco di trionfo allestito davanti alla parrocchiale, con il motto scelto per l’ordinazione. Ossia una frase tratta dal salmo 118, “Distogli i miei occhi dalle cose vane, fammi vivere sulla tua via”.
Accanto ai familiari di don Manuel - mamma, papà e fratello in primis, ma anche la nonna, gli zii e i cugini -, tanti i ragazzi presenti, a partire dai coscritti del 1998, assieme ai componenti della banda che hanno dato il ritmo perfetto alla giornata. «Per accoglierti nel migliore dei modi - ha proseguito Cavazzi rivolgendosi al giovane prete - abbiamo scelto, come amministrazione comunale, di donarti la casula che tu hai scelto per la tua prima messa. Vogliamo camminare con te, con cuore aperto e con fiducia nel futuro».
Sempre sul sagrato, i saluti del consiglio pastorale. «Ti diamo il benvenuto - ha detto una delegata - nel nome della Santissima Trinità, alla quale rendiamo grazie per tanti motivi. Diciamo grazie a Dio per il dono raro e preziosissimo di una vocazione». A don Manuel la parrocchia ha donato un camice sacerdotale bianco, dal forte valore simbolico, «affinché tu possa rivestirti di purezza e di grazia».
A introdurre la celebrazione è stato l’arciprete, don Fabio Fornera, che ha concelebrato con il rettore del Seminario vescovile, don Alessandro Alberti, tra l’altro già parroco del paese, e con una dozzina di altri sacerdoti provenienti da diverse parrocchie della Diocesi, ma anche dall’Albania, dove il novello ha trascorso un anno di esperienza pastorale prima del diaconato. Insieme ad alcuni padri rogazionisti della casa-famiglia “Carlo Acutis” di Shënkoll, anche il vescovo della Diocesi di Lezhë, monsignor Ottavio Vitale, che ha assistito alla funzione.
«Abbiamo tra noi - ha ricordato don Fornera - alcuni bambini albanesi, insieme ai loro educatori e ai loro sacerdoti: la tua esperienza ha permesso di costruire un bel ponte di fraternità». Su questa esperienza missionaria ha scelto di soffermarsi anche don Davide Corti, vicario parrocchiale a Sagnino e Monte Olimpino, quartieri di Como: a lui il sacerdote ha affidato l’omelia.
«Nel tuo cammino di formazione - ha detto don Corti rivolgendosi a don Manuel - c’è un passaggio che mi ha sorpreso: la decisione di trascorrere un anno all’estero per allargare lo sguardo. Hai avuto coraggio, ti sei fidato di Dio e sei tornato cambiato: il Signore ti ha arricchito con relazioni preziose».
Accanto a ciò, una riflessione centrale nell’omelia è stata quella sulla necessità di «dire grazie. Rendiamo grazie al Signore, che ti ha chiamato a seguirlo, ma diciamo grazie anche a te: sei un dono per la Chiesa e sei un esempio per tutti, in modo particolare per i giovani».
Legame profondo con la famiglia, gli anni di “Sicomoro”, il cammino in Seminario: il bagaglio di don Manuel è particolarmente ricco. E ciò non potrà che aiutarlo «nel cammino che ora ti aspetta», al servizio della parrocchia di Fino Mornasco, come vicario.
«Inizia con entusiasmo, donandoti fino in fondo, stando in mezzo alla gente», l’augurio di don Davide. «Allo stesso tempo, entra in punta di piedi e sperimenta la bellezza della fraternità sacerdotale. Tieni lo sguardo fisso su Gesù e non dimenticare che non sei mai solo: c’è Cristo, c’è Maria e ci siamo anche noi, che desideriamo camminare con te».
Sinceramente emozionato, il novello ha espresso alcuni ringraziamenti al termine dell’Eucarestia. «Non c’è vita di grazia senza che sia una vita di “grazie”. Entrare nella mia chiesa, tra la mia gente, come sacerdote mi emoziona tanto: non posso che ringraziare la Santissima Trinità per questo dono che ha fatto a tutti noi. Dico grazie alla mia famiglia, ai confratelli preti, ai seminaristi e a tutta la comunità di Bormio».
La giornata di festa è poi proseguita nel campo sportivo dell’oratorio, con il pranzo comunitario al quale hanno preso parte decine e decine di fedeli. E poi, la sera, i giovani della Magnifica Terra hanno portato in scena “Preferisco il Paradiso”: per chi non fosse riuscito a vederlo ieri, oggi alle 20.30 è in programma una replica, sempre in oratorio.
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