
Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 11 Settembre 2025
E’ stata fatta brillare la granata trovata ai piedi del ghiacciaio Dosegù
L’intervento degli artificieri del 10° Genio guastatori di Cremona si è reso necessario a causa dello scioglimento dei ghiacciai che riportano alla luce i residuati bellici.
Valfurva
È stata fatta brillare senza intoppi dagli artificieri del 10° Genio guastatori di Cremona la granata della Prima Guerra Mondiale di 210 millimetri di diametro e del peso di quasi 100 chili rinvenuta lo scorso anno da escursionisti ai piedi del ghiacciaio Dosegù, in Valfurva.
«Inizialmente si era parlato di 80 chili di peso - dice il maresciallo Simone Radaelli, comandante del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Bormio -, ma gli artificieri ci hanno assicurato che il peso era maggiore, sui 100 chili, motivo per cui l’ordigno era stato dichiarato intrasportabile. Comunque, è andato tutto bene, la granata è stata fatta brillare sul posto senza intoppi; con questa operazione, si conclude per questa stagione l’attività di disinnesco di ordigni bellici sull’Ortles Cevedale, che diventa ogni anno più intensa».
Complice il cambiamento climatico che produce l’arretramento di ghiacciai e nevai e che fa emergere dai ghiacci e dai sassi ordigni ancora intatti e inesplosi o pezzi dei medesimi, sono proprio gli escursionisti ad individuarli e a segnalarli alle forze dell’ordine o alle autorità del Parco nazionale dello Stelvio; dopodiché, al disinnesco pensano gli artificieri chiamati ad intervenire dalla Prefettura di Sondrio.
Fra la fine di agosto e l’inizio di settembre le uscite di questi ultimi sono state numerose, perché sono entrati in azione sia all’altezza della seconda sia della terza cantoniera dello Stelvio, per il brillamento di ordigni e, ancora, in una grotta al settimo tornante del Passo.
Pochi giorni fa abbiamo dato conto dell’uscita in Val Zebrù, sempre a Valfurva, per il disinnesco dell’ordigno rinvenuto nel sedime di un torrente poco sotto le baite di Campo da alcuni ragazzini lecchesi in vacanza con le loro famiglie e di passaggio in zona, Thomas Galbusera e Simone e Samuele Galimberti, e, ieri, l’ultima uscita, come detto, a quota 2950 metri sul Dosegù.
Una bella salita quella affrontata dai quattro artificieri giunti da Cremona, affiancati da quattro militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza, fra cui il comandante Radaelli, e da quattro operatori della Croce Rossa.
Sono partiti dal rifugio Berni, a 2451 metri nei pressi del Passo Gavia di buon mattino, per essere sul target, a quasi 3000 metri, intorno alle 11. Lì hanno trovato subito la bomba intatta, che non era stato possibile far brillare lo scorso anno per via del maltempo che imperversava in zona nelle giornate stabilite per effettuare l’operazione. Ieri, invece, il tempo era splendido a quelle altezze e non ci sono state interferenze di sorta.
Difficilmente, considerato che nei giorni scorsi è nevicato alle alte quote, emergeranno altri ordigni bellici in questo scorcio di estate; ma nel caso capitasse, fondamentale è certamente non toccarli e avvisare subito le forze dell’ordine.
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