Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 28 Novembre 2025
Fermato al volante per un controllo, rifiuta il test antidroga: assolto
Il giudice ha accolto la tesi del legale, Giulio Speziale, secondo cui i carabinieri non avrebbero rispettato le garanzie difensive dell’imputato.
Tirano
Il caso interessante di un tiranese sospettato di essersi posto alla guida della sua macchina dopo avere fatto uso di sostanze stupefacenti è stato vagliato nel corso di un procedimento penale che si è concluso con l’assoluzione del soggetto che era finito nei guai con la giustizia. Un’assoluzione ottenuta sicuramente grazie all’abilità del difensore al quale si è rivolto il soggetto, ma anche per un vizio di forma ascrivibile a chi quel giorno ha operato e fatto emergere in dibattimento proprio dall’avvocato.
Ecco i fatti, in estrema sintesi. Un automobilista, classe 1977, era stato fermato a Villa di Tirano alle 23.15 del 6 febbraio di un anno fa, da una pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri durante uno dei tanti controlli che le forze dell’ordine della Valtellina lodevolmente effettuano sulle strade provinciali, innanzitutto a fini preventivi. A un certo punto i militari decisero di sottoporre l’automobilista al test per verificare l’eventuale guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in quanto manifestava sintomi tali da fare ritenere che si trovasse in uno stato di alterazione psico-fisica derivante dall’influenza di sostanze stupefacenti o psicotrope. I carabinieri dipendenti dalla Compagnia di Tirano, guidata dal capitano Riccardo Angeletti, infatti, temevano che l’individuo fosse al volante dopo avere assunto cocaina.
L’uomo si rifiutò ed è così finito a processo, in Tribunale a Sondrio, proprio perché accusato di essersi rifiutato di sottoporsi ad accertamenti per l’ipotesi di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. E, nell’udienza di giovedì 27 novembre, il giudice Carlo Camnasio ha assolto A.B., le iniziali dell’imputato, ai sensi del secondo comma dell’articolo 530 del Codice penale, ossia la vecchia formula dubitativa.
Il pm di udienza, ossia la dottoressa Lorenza Bonaldo, aveva chiesto la condanna dell’imputato, per il reato contemplato dall’ex articolo 187 del Codice della strada, a quattro mesi di arresto e mille euro di ammenda.
Il difensore del conducente della vettura, residente a Tirano, aveva invece invocato l’assoluzione con la formula poi adottata dal Tribunale sondriese. Il legale Giulio Speziale, con studio professionale a Lecco e Morbegno, aveva infatti fatto presente al giudice che i carabinieri, nei verbali sulla vicenda, non avevano barrato alcuna casella a riguardo le dichiarazioni rese dal conducente valtellinese in merito alla volontà di farsi assistere o meno da un avvocato.
«Non era stato pertanto possibile – ha affermato l’avvocato Speziale – ad avviso della difesa, ricostruire il rispetto delle formalità di legge e delle garanzie difensive dell’imputato che, già nell’immediatezza della contestazione avvenuta sulla strada che stava percorrendo quando venne fermato al volante, deve essere posto in condizioni di potersi difendere al meglio». Il legale ha poi aggiunto, nel corso della sua articolata arringa in aula: «Ciò, secondo l’insegnamento della Corte di cassazione, travolge l’intero accertamento svolto dall’equipaggio dei carabinieri che ha fatto la contestazione al mio cliente».
Il giudice Carlo Camnasio ha accolto la tesi difensiva, assolvendo il 48enne dall’imputazione per la quale è finito per essere processato nei giorni scorsi nel Palazzo di giustizia del capoluogo valtellinese. Le motivazioni della sentenza saranno rese note fra quindici giorni.
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