
Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 05 Giugno 2025
L’eruzione dell’Etna sotto i loro occhi: il racconto di un gruppo di valtellinesi, impegnati negli Europei master di corsa in montagna
«In cielo nuvole di fumo. Noi fortunatamente eravamo sul versante opposto. Tutte le persone che erano presenti sul vulcano, anche se accompagnate da guide, sono salite nonostante i divieti, non potevano certamente essere in quel posto in quel momento»
Bormio
L’eruzione dell’Etna sotto i loro occhi increduli. Testimoni oculari di uno spettacolo naturale che avrebbe potuto trasformarsi in dramma non per loro ma per chi era salito ugualmente sul vulcano nonostante i divieti. Una posizione di sicurezza che ha evitato paura e panico per lasciare spazio all’incredulità della meraviglia del fenomeno vulcanico. Alessandra Pedrazzini di Bormio ed un gruppo di altri valtellinesi amati della corsa possono dire : io c’ero il lunedì nel quale l’Etna ha eruttato. I valtellinesi, una ventina, erano giunti in Sicilia giovedì: una decina impegnati negli Europei master di corsa in montagna proprio nella zona del vulcano; gli altri a fare da accompagnatori.
«Lunedì mattina eravamo a Nicolosi, alla base del vulcano, sede delle gare, col cielo sereno abbiamo sentito dei botti come fossero tuoni e la popolazione locale ci ha preannunciato che era il preambolo per un successiva eruzione del vulcano- racconta Pedrazzini-. Noi fortunatamente eravamo sul versante che dà a Nicolosi, quello opposto rispetto all’eruzione e quindi in tutta sicurezza». Dopo il ruggito del mattino l’Etna, puntuale, nel pomeriggio ha colpito con l’eruzione. «In cielo nuvole di fumo, uno spettacolo grandioso. Noi sull’Etna avevamo gareggiato sabato nella prova vertical di 4.5k dai 1900 metri del rifugio Sapienza ai 2900 del rifugio Barbagallo, nei giorni successivi non ci avrebbero più permesso di gareggiare in quella zona per motivi di sicurezza».
Che l’Etna non fosse tranquillo ed anzi ci fosse da aspettarsi problemi era noto da giorni come rivela la runner bormina:« Ovviamente essendo in quella zona il nostro desiderio era quello di salire in cima al vulcano. Giovedì avevamo chiesto alle guide di poter essere accompagnati fino in cima, ma ci avevano detto che le escursioni erano state sospese per motivi di sicurezza. E l’hanno ribadito anche domenica sera. Tutte le persone che erano presenti sul vulcano il giorno dell’eruzione, anche se accompagnate da guide, sono salite nonostante i divieti, non potevano certamente essere in quel posto in quel momento».
Il ricordo dell’Etna resterà quello della gara vertical. «La partenza è stata data al rifugio Sapienza a quota 1900 e l’arrivo era al rifugio Barbagallo a quota 2900 metri. Gli ultimi 100 metri erano veramente diritti, facevi un passo in avanti e mezzo indietro sulla superficie di lava e sabbia. Uno scenario incredibile, quasi lunare. Per evitare la possibile formazione di vesciche ai piedi che avrebbe potuto provocare la sabbia finendo nelle scarpe, ho corso con le ghette». L’eruzione di lunedì aveva provocato anche la chiusura dell’aeroporto di Fontana Rossa. Restare “prigionieri” in Sicilia sarebbe stata una beffa: « Ma per noi è stato uno scampato pericolo- rivela Alessandra Pedrazzini- perché avevamo l’areo alle 17 e per quell’ora l’aeroporto ha riaperto, siamo stati fortunati anche perché martedì dovevo andare a lavoro; beati gli altri del gruppo, pensionati, che sono potuto rimanere per altri giorni di vacanza». Una vacanza che l’Etna non ha più disturbato.
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