(Foto di Foto di Alessandro Melazzini)
Nonostante la mancanza di neve naturale, gli impiantisti hanno saputo sfruttare il freddo per garantire un buon manto nevoso artificiale. Livigno, Bormio, Aprica, Madesimo e Valmalenco tra le mete più gettonate.
Bormio
È un Capodanno senza neve quello che ci apprestiamo a vivere nelle località sciistiche di Valtellina e Valchiavenna, prese d’assalto, in questi giorni, dai vacanzieri decisi a sfruttare le festività per divertirsi sulle piste.
Pronti ad ospitarli, perché gli impiantisti non hanno lasciato nulla al caso, da questo punto di vista. Hanno sfruttato tutti i picchi di freddo intenso che si sono avuti nei giorni scorsi per azionare i cannoni e consolidare la poca neve fresca arrivata ammantandola con uno strato di quella artificiale.
Così facendo hanno allestito quasi interamente il loro parco piste anche se, in questi ultimi giorni, le temperature hanno fatto le bizze. Troppo alte per sparare neve artificiale in modo produttivo nella giornata di domenica e di lunedì, poi, via via, la colonnina di mercurio ha iniziato a scendere ed ora siamo su temperature più consone alla produzione di questo “ingrediente” fondamentale per la buona riuscita della stagione invernale.
Neve o non neve, comunque, le piste da sci sono iper frequentate e le località sciistiche vedono arrivi e presenze.
A Livigno, ad esempio, domenica si sono avuti 11.800 primi ingressi sulle piste da sci, una cifra molto interessante per questa località regina dello sci in provincia. Anche il fatto che non facesse troppo freddo ha invogliato le persone a muoversi e a raggiungere le piste anche se, come detto, poi c’è il risvolto della medaglia dato dal fatto che non è abbastanza freddo per produrre neve.
A Bormio, sabato, gli sciatori in pista erano 4.500 e domenica intorno a 5 mila, nonostante sia praticabile solo la parte alta della skiarea, dai 1.600 metri del Ciuk ai 3 mila.
«Stiamo lavorando anche all’allestimento delle piste fino in paese e contiamo di essere pronti per l’inizio di gennaio», dice Fabio Giacomelli, responsabile del marketing della Società impianti Bormio, alle prese, domenica e lunedì, con cali di corrente che hanno reso difficile la vita a tutti gli operatori bormini. «Dopodiché, sulla Stelvio, si potrà sciare fino al 31 gennaio, poi, dal 1° al 16 febbraio, saremo chiusi per le Olimpiadi e si scierà solo a Santa Caterina, che sta già lavorando molto bene in questi giorni, e a Oga-San Colombano Cima Piazzi».
Una buona partenza di stagione anche a Bormio, comunque, «tant’è che ad oggi siamo sopra del 20% rispetto allo scorso anno», dice Giacomelli, «ma per il fatto di aver avuto un ottimo Sant’Ambrogio rispetto a quanto accaduto nel 2024».
Soddisfazione anche ad Aprica, dove Domenico Cioccarelli, ad della Sita, assicura esserci un bel movimento, «nonostante la neve naturale sia presente solo ai 2.400 metri del Valletta», dice. «Abbiamo fatto, comunque, un gran lavoro sulle piste, tutte aperte tranne una, e ora attendiamo un calo delle temperature che ci permetta di sparare la neve e mantenere lo strato già realizzato in precedenza. Stanno lavorando bene anche i Campetti in basso e, nel complesso, siamo persino sopra le entrate del periodo rispetto allo scorso anno, perché stavolta Sant’Ambrogio è andato molto meglio».
E super affluenza anche al Palù di Chiesa in Valmalenco, assicura Livio Lenatti, direttore degli impianti Fab, «dove tutte le piste sono state preparate con neve artificiale», dice, «e stiamo lavorando bene. Peccato per la strozzatura in ingresso e in uscita dal paese che si verifica sulla provinciale per via del semaforo lì posizionato da tempo. Domenica si sono generate code non da poco, ma, purtroppo, non possiamo farci niente».
Ottimo avvio, infine, a Madesimo, dove la skiarea è stata approntata e sono aperti tutti gli impianti salvo la Serenissima e dove gli accessi in pista sono notevoli e si scia anche a Pescegallo, sulla Salmurano est ed ovest.
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