
Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 05 Settembre 2025
Addio a Giorgio Armani, il ricordo di Gianluigi Galli: «Anche nelle difficoltà non mi ha voltato le spalle»
L’imprenditore di Livigno ricorda il suo rapporto con Re Giorgio, svelando aneddoti e il supporto ricevuto anche durante il fallimento della sua attività.
Livigno
Tutto il mondo piange il genio di Giorgio Armani, simbolo di un’Italia apprezzata nel mondo. Anche nella nostra provincia ci sono persone che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscere il grande stilista, come nel caso dell’imprenditore livignasco Gianluigi Galli, titolare di negozi nel settore moda.
«Giorgio Armani nei miei confronti si è dimostrato una gran persona, non solo un imprenditore unico». Sono parole di Galli, uno dei pochi in Valtellina ad aver stretto la mano a Re Giorgio. «Io avevo un’attività a Livigno che poi è fallita e anche Armani, nel fallimento, ha avuto una perdita economica rilevante - svela Galli -. In quei momenti tutti ti voltano le spalle, invece lui è stato al mio fianco nell’attuale attività del negozio Emporio Armani a Livigno. Tutti i punti vendita Emporio Armani nel mondo sono gestiti direttamente da Giorgio Armani, ad esclusione del nostro, in quanto abbiamo una delega procedurale e fiduciaria e di autonomia nei nostri confronti».
Una riconoscenza che Gianluigi Galli ha espresso anche direttamente, inviando ieri mattina un telegramma di condoglianze ai familiari. Un incontro avvenuto nei primi anni Duemila quello fra Armani e Galli: «Ero in uno showroom Armani a Milano dedicato alla donna, una struttura di oltre 1000 metri quadrati. Eravamo con la venditrice di Armani e lui è passato per la prima volta davanti ai nostri occhi, accompagnato da altre persone. C’è il divieto assoluto di salutarlo e avvicinarlo in queste occasioni, ma quando l’ho rivisto tornare verso di noi in lontananza con altre due persone, nonostante i divieti ho espresso alla venditrice il mio desiderio di salutarlo. Nonostante lei mi abbia raccomandato di soprassedere nelle mie intenzioni, io ho disubbidito e mi sono avvicinato e l’ho salutato».
Ecco la reazione dello stilista raccontata da Galli: «Lui mi ha chiesto chi io fossi ed io mi sono presentato, facendo notare che vendevo il suo marchio da tanti anni. A quel punto si è congedato, ma un quarto d’ora dopo mi sono sentito toccare sulla spalla ed era lui. Mi disse che aveva verificato e aveva constatato che la mia azienda fosse sua cliente da tanto tempo. Sorprendendomi, mi chiese cosa ne pensassi io dello showroom. Gli risposi che secondo me ci sarebbe potuta stare tranquillamente il 20% di capi in meno. Disse che la pensavamo allo stesso modo».
Il mattino dopo la grande sorpresa, Galli si ripresenta allo showroom e la venditrice del giorno prima lo informa che è stata una lunga notte di lavoro perché Giorgio Armani aveva dato ordine di togliere il 20% di quello che era esposto. Lei aveva assistito al nostro colloquio del giorno precedente e quasi mi addossava la responsabilità della decisione di Armani».
Il re della moda avrebbe voluto anche venire a Livigno, ma non ci mise mai piede: «Armani era in vacanza a Sankt Moritz quattro o cinque anni fa e aveva espresso l’intenzione di conoscere Livigno, ma poi cambiarono i programmi e non venne più». Ha invece avuto rapporti commerciali con l’azienda Armani l’imprenditore grosino Giuseppe Pruneri, titolare di Haute Material, dotando alcuni Home Armani dei suoi tavoli, «ma ho sempre avuto rapporti con i suoi stretti collaboratori, ma mai con lui, anche se la sede milanese della mia azienda è vicina alla sua».
© RIPRODUZIONE RISERVATA