
Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 09 Maggio 2025
Don Caelli: «Leone XIV nel solco
di Francesco, ma farà qualcosa in più»
L’arciprete di Chiavenna già rettore del Seminario diocesano di Como: «Prevost era il nome che speravo. Nel suo saluto ha parlato di dialogo, di gettare ponti, della Chiesa sinodale, della vicinanza a i poveri, a coloro che soffrono. Un discorso bello e intriso di emozione»
Chiavenna
«Papa Leone XIV unisce la conoscenza profonda, per averla vissuta direttamente, della vita dei poveri, dei problemi delle periferie di Lima, alla conoscenza del diritto canonico e quindi della dimensione istituzionale della Chiesa. Non è una persona che ha vissuto solo la dimensione dell’annuncio della Parola di Dio, ma è anche radicato nelle profondità delle strutture della Chiesa e, per questo, sa come riformarla. Sarà il Papa della continuità col ministero di Francesco, che ha più volte nominato e che è stato un grande rinnovatore, ma farà qualcosa in più. Andrà oltre, ci metterà del suo, sarà credo un grande riformatore e andrà a dare corpo al rinnovamento in atto. Credo che vedremo delle belle cose con Papa Leone XIV». A dirlo è don Andrea Caelli, arciprete di Chiavenna e già rettore del seminario di Como. Persona di una finezza intellettuale non comune e di grande competenza teologica, che sperava nell’elezione di Prevost. «Era il mio preferito, sì, lo ammetto e sono molto contento - dice -. Ipotizzavo anche Pizzaballa, però a Robert Francis Prevost tenevo molto. Il nome circolava, sì, era fra i papabili ed è un gran nome proprio perché unisce questa vicinanza ai poveri, al mondo che era di Francesco, alla conoscenza approfondita del diritto canonico. Non a caso Francesco lo avevano nominato prefetto della Chiesa il 30 gennaio 2023. Era il responsabile di tutti i vescovi del mondo. E il fatto che abbia parlato subito e poi sia ritornato più volte sul tema della pace, è bellissimo. Ha parlato anche di dialogo, di gettare ponti, della Chiesa sinodale, della vicinanza a i poveri, a coloro che soffrono, ha ricordato la Madonna di Pompei, che si celebra oggi (ieri, per chi legge, ndr). Un discorso bello e intriso di emozione».
É piaciuto molto anche il lato umano del nuovo Papa. «Mascherava, ma nello stesso tempo si vedeva che era molto emozionato - dice don Caelli - e anche questo è bello. É un concerdersi, mettersi al servizio e, poi, mi è piaciuto anche il fatto che sia stato scelto un Papa americano, statunitense. É la prima volta che succede nella storia e credo che sia stato fatto questo per la sua preparazione. Per la sua capacità di gettare ponti, di essere portatore di dialogo, di una visione ampia del mondo capace di unire oriente e occidente, nord e sud. Lui che viene da Chicago, che è figlio di emigranti italiani, francesi e spagnoli, che è profondamente cattolico e che si è formato nelle banlieux di Lima. Un melting pot interessante che ne avrà fatto una mente aperta».
Anche la scelta del nome, per don Caelli, è molto pensata. «Si è rifatto a Papa Leone Magno, il riformatore, il traghettatore, profondo rinnovatore della Chiesa dei primordi - dice don Caelli -. E questo ci dice che sarà, a sua volta, un traghettatore. Un Papa che innova e riforma la Chiesa nel solco tracciato da Papa Francesco. Non lo collegherei ad altre figure di Papa Leone, neppure a Leone XIII, ma a Leone Magno, questo sì». Infine don Caelli ricorda la provenienza di Papa Leone XIV «non dai gesuiti o dai francescani, ma dagli agostiniani - dice - iniziatori di un cristianesimo vissuto in comunità, insieme. Per lui la Chiesa non può essere se non esperienza comunitaria».
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