
Cronaca / Lecco città
Sabato 06 Settembre 2025
Giustizia a Lecco, tra riforme e carenze: Del Mastro e Basso a confronto
All’auditorium Pertini il sottosegretario Del Mastro, il procuratore Basso, l’onorevole Tremaglia e il consigliere Zamperini hanno discusso di riforme e criticità. Il procuratore chiede «rinforzi a Lecco» per non bloccare il sistema
Lecco
Dalle promesse di una «giustizia giusta» ai problemi concreti che affliggono la quotidianità di chi lavora negli uffici giudiziari, come la falsa partenza del processo penale telematico e la mancanza di personale. Carenze, queste, da cui non è esente la giustizia lecchese.
Di giustizia e riforme si è parlato all’auditorium Pertini: una coda, quella di venerdì pomeriggio, della visita in città del sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Del Mastro, che dopo la visita al carcere di Pescarenico si è seduto al tavolo dei relatori con il capo della procura di Lecco Domenico Basso, l’onorevole Andrea Tremaglia e il consigliere regionale lombardo Giacomo Zamperini, in un incontro ‘targato’ Fratelli d’Italia. Un confronto sui temi generali del funzionamento della giustizia, della certezza della pena e delle novità in materia di misure cautelari introdotte dalla riforma costituzionale voluta dal Governo Meloni e in fase di approvazione da parte delle Camere.
Il primo a prendere parola è stato proprio Del Mastro, che ha affrontato gli aspetti fondamentali del progetto di riforma: Csm, certezza della pena, separazione delle carriere. «Questa riforma costituzionale permette di uscire dalla logica dello scontro muro contro muro tra giustizialisti e garantisti». Il Csm è stato definito un «enorme problema». Un organo «occupato militarmente dal potere cancerogeno delle correnti». Il «sorteggio» porterebbe a evitare che la politica «allunghi le mani sulla magistratura», mentre la «separazione delle carriere» assicurerebbe «la parità processuale fra le parti». Le novità in tema di misure cautelari, invece, si intrecciano con i temi del cosiddetto decreto sicurezza, che «vuole tutelare l’Italia normale che studia, cresce, lavora». Esternazioni accompagnate da applausi convinti, vista la claque inevitabilmente di parte.
Più centrate sui problemi concreti della vita degli uffici di giustizia le parole del procuratore Basso: «Il processo penale telematico esiste già dalla riforma Cartabia, dalla fase dell’iscrizione notizie di reato in avanti tutti gli atti devono essere trasmessi digitalmente, ma non c’è giorno che non ci siano problemi con il sistema applicativo che dovrebbe invece far funzionare la procedura stessa». Circostanza comune anche ad altri tribunali e procure: «Questo è un problema – ha sottolineato il procuratore – se vogliamo andare verso la digitalizzazione, dobbiamo essere in grado di poterlo fare».
Altra criticità macroscopica è il problema degli organici di magistrati e personale amministrativo. «A Lecco non c’è. In passato, nonostante l’evidente sofferenza, siamo riusciti a non fare rinviare un’udienza. Ma se una macchina va sempre al massimo dei giri, prima o poi si fonde». Per quanto riguarda la necessità di personale impiegatizio, «se un magistrato fa un provvedimento, ma non c’è il cancelliere che esegue gli adempimenti relativi, è come non avere quel magistrato».
Infine, l’invito al sottosegretario a «mandare rinforzi a Lecco», perché «se vogliamo che le riforme vadano a pieno regime, c’è bisogno di quelle che possono sembrare sciocchezze, ma che in realtà sono essenziali».
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