Gli albergatori fanno causa a Booking: «Commissioni troppo alte»

Federalberghi, insieme a Hotrec e alle associazioni albergatori di 25 Paesi, ha avviato una class action contro Booking.com. La causa nasce dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che ha bocciato la «parity rate». Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco: «Insostenibile il sistema di commissioni imposte».

Lecco

È guerra aperta tra Booking.com e Federalberghi. Insieme a Hotrec, l’associazione europea dell’ospitalità, e alle associazioni nazionali degli albergatori di altri 25 Paesi europei, l’associazione degli albergatori ha intentato una class action europea contro Booking.com la principale piattaforma di prenotazione online di alberghi e case vacanza. Il tutto a causa della sentenza della Corte di giustizia europea del 19 settembre 2024, che ha stabilito che le clausole di parità tariffaria imposte dalla piattaforma (cosiddetta parity rate) violavano il diritto di concorrenza.

Severino Beri presidente di Federalberghi Lecco, non può che essere d’accordo sull’impostazione di questa azione legale: «Questa è forse la volta buona che riusciamo a mettere a posto le cose. Nel senso che la situazione che si è venuta a creare è insostenibile: la “parity rate” di Booking noi l’abbiamo sempre contestata, fin dal principio. Visto che questo discorso è stato cancellato dalla Corte di Giustizia Europea, abbiamo deciso di intentare questa causa e vedremo come andrà a finire». Beri prende fiato e riflette a mente fredda: «Non sono un esperto di diritto, ma certo è che se tutti gli albergatori aderissero a questa class action, avrebbero la possibilità di recuperare fino al 30 per cento dei costi sostenuti nel pagare queste commissioni. Tra l’altro non ci sono costi per intentare questa causa: basta compilare il modulo che è stato mandato a tutti gli albergatori nei giorni scorsi. Poi ci penserà il nazionale di Federalberghi a inoltrare il tutto dove si incardinerà la causa».

Gli albergatori di tutti i paesi europei aderiscono attraverso Hotrec. Il che non era, finora, mai successo. «Vediamo cosa succede, ma questo è un buon sistema per rimettere ordine nelle cose. Era diventato dominante e distorsivo il meccanismo che portava a chiedere il 15-20 per cento su ogni camera venduta. È vero che Booking ti fa vendere la camera, ma tutti oramai hanno il loro sito per vendere». Ma agendo da soli non si rischia di rimanere “vuoti”? «Ci sono piattaforme anche di Federalberghi che vendono le camere – spiega Beri -. E ognuno ha i siti della propria struttura per vendere le camere. Chiunque può vendere e comprare camere d’albergo sul web. Certo uno si fida un po’ di meno dei privati che di Booking perché è una piattaforma affidabile e strutturata. Ma quando i clienti capiranno che spendono di più, comprando attraverso le piattaforme, forse riusciranno a capire che è meglio prenotare da soli, sui siti originali degli alberghi».

Tantissimi sono quelli che guardano le quotazioni espresse su Booking e poi chiedono agli alberghi direttamente lo sconto. Pratica diffidata da Booking.com ma che molti hanno imparato a utilizzare: «La commissione alta frena lo stesso Booking – spiega il presidente degli albergatori -. Ma se tutti gli albergatori facessero “cartello”, rete, anche le piattaforme si ritroverebbero a mal partito. All’inizio di internet era un conto: faceva comodo a tutti avere chi ti aiutava a vendere le camere, magari in bassa stagione. Ma la commissione era quasi decisa da Booking insieme agli albergatori, invece ora le fissa Booking come vuole lei a tassi davvero alti. E le necessità di prima non ci sono più». Si dovrebbe cercare quantomeno un contemperamento, sembra suggerire Federalberghi Lecco.

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