«Il nuovo Papa porta uno stile semplice e vivace, come la Chiesa del Sud America»

Maria e Francesco Racchetti sono i padri del gemellaggio solidale con São Mateus: «In Brasile grande gioia: i nostri amici vedono in lui il continuatore dell’operato di Francesco»

Sondrio

«Un’emozione forte, davvero. Ci è piaciuto fin da subito come persona: ci è apparso molto autentico». A poche ore dall’elezione di Leone XIV, nella voce di Maria Donati e di Francesco Racchetti - i coniugi sondriesi che 21 anni or sono hanno dato vita al gemellaggio solidale tra il capoluogo valtellinese e São Mateus - emerge appieno la gioia. In Robert Francis Prevost hanno rivisto «lo stile, semplice, della Chiesa del Sud America, una realtà vera, viva e vivace». Per quanto le nazioni non siano le stesse - il nuovo Papa ha operato a lungo in Perù, mentre l’operato della coppia di Sondrio si concentra nello Stato brasiliano dell’Espírito Santo -, non sono pochi i punti di continuità tra queste realtà di missione. «Ci è piaciuto molto - raccontano i coniugi - il riferimento fatto alla Chiesa, vista come comunità, più che come istituzione. Questa è la caratteristica della Chiesa brasiliana e, in generale, della realtà ecclesiale nell’America del Sud». Il ricordo Racchetti, in particolare, pone l’accento su un’azione specifica. «Mi è piaciuto molto il ricordo che ha fatto della sua diocesi in Perù parlando in spagnolo. Quando l’ha fatto, si è illuminato, ha cambiato il tono di voce: molto meno ”formale”, molto più coinvolto emotivamente». Anche in questo aspetto è «emersa la sua autenticità, espressione di uno stile concreto», ricorda.

I “padri” del gemellaggio solidale Sondrio-São Mateus, sostenuto e supportato dall’associazione “A dança da vida”, si sono subito messi in contatto con «i nostri amici brasiliani, che hanno subito fatto festa all’annuncio del nuovo Papa. Là c’è grande aspettativa: lo colgono come continuatore dell’operato di Francesco, con un’attenzione alle periferie e al sud del mondo», evidenzia Francesco Racchetti.

«Abbiamo parlato con monsignor Ailton Menegussi (ordinato prete per la Diocesi di São Mateus, oggi vescovo di Crateús, giunto in visita a Sondrio tre anni fa, ndr): ci ha confidato le emozioni che ha provato. Non lo ha conosciuto direttamente, ma anche lui ha avuto fin da subito un’ottima impressione». Sempre il vescovo Menegussi «ha fatto una riflessione carina in relazione al nome: da una parte, è innegabile, c’è il riferimento agli altri Papi che hanno scelto di chiamarsi così, come nel caso di Leone XIII, impegnato nel campo della Dottrina sociale. Dall’altra, però, non dimentichiamoci frate Leone, l’amico di San Francesco d’Assisi. Bello vedere, in questo, una continuità con il Pontefice precedente».

In riferimento al primo saluto di Prevost, «il riferimento alla pace e alla giustizia è stato, a nostro avviso, decisamente significativo. Un binomio imprescindibile, particolarmente sentito nelle comunità ecclesiali di base in Sud America: senza giustizia, la pace è fasulla. Così come, senza pace, la giustizia diventa irrealizzabile», aggiungono ancora i coniugi Racchetti. «In una situazione internazionale complicatissima, il ruolo del Papa sarà fondamentale. Dalle interviste che ora le televisioni stanno trasmettendo emerge una persona di grande spessore e anche di grande umanità: sicuramente la sua doppia nazionalità (statunitense e peruviano) è importante e tornerà utile. Potrà essere il Santo Padre che metterà insieme il Nord e il Sud del mondo: fondamentale per la Chiesa e non solo».

IGuardando al cosiddetto Sud del mondo, marito e moglie riflettono in particolare sul «movimento delle comunità ecclesiali di base, sorte in Centro e Sud America come traduzione concreta della novità del Concilio Vaticano II. In Brasile sono partite proprio dalla regione di São Mateus, grazie all’impulso di monsignor Aldo Gerna (originario di Arigna di Ponte in Valtellina, ndr), vero e proprio pioniere in tal senso, per poi arrivare fino ai Caraibi. E i riferimenti che il nuovo Papa ha fatto in merito alla Chiesa peruviana andavano proprio in questa direzione». Ecco perché «in Brasile c’è molto entusiasmo: si riconosce questa matrice», evidenzia Racchetti. La moglie Maria ricorda, invece, la visita «di due preti mateensi che, un paio di settimane fa, hanno raggiunto Sondrio per vedere i luoghi di origine di dom Aldo. Siamo stati insieme ad Arigna: quando hanno visto la semplice abitazione dove è nato, hanno capito lo stile - evangelico e sobrio - del suo episcopato, con una particolare predilezione per i poveri, per gli ultimi». Proprio per quelli cui ha fatto riferimento anche Leone XIV nel suo primo saluto.

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