Il Papa ai cardinali: «Miei collaboratori
nel portare un giogo di gran lunga
superiore alle mie forze»

Nei saluti ai diversi porporati anche quello caloroso con il vescovo di Como Oscar Cantoni, che negli ultimi due anni e mezzo ha collaborato strettamente con il nuovo Pontefice: il cardinale Robert Francis Prevost, infatti, era il prefetto del Dicastero per i vescovi, di cui il comasco è membro

Roma

Dopo i giorni «dolorosi per la perdita del Santo Padre Francesco, impegnativi per le responsabilità affrontate insieme e al tempo stesso, secondo la promessa che Gesù stesso ci ha fatto, ricchi di grazia e di consolazione nello Spirito», Papa Leone XIV ha incontrato ieri mattina i cardinali. «Siete i più stretti collaboratori del Papa - ha detto loro -, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque. La vostra presenza mi ricorda che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità».

All’incontro, durato circa due ore e svoltosi a partire dalle 10 nell’aula nuova del sinodo, in Vaticano, ha preso parte anche il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, prima di lasciare Roma, dove tornerà la prossima domenica 18 maggio per la Messa inaugurale del pontificato di Leone XIV.

Dopo un primo intervento del Papa ne sono seguiti diversi dei cardinali, riprendendo alcuni temi e proposte che erano emerse durante le congregazioni generali prima del conclave. Papa Leone ha ringraziato il decano del sacro collegio, il cardinale Giovanni Battista Re, e il camerlengo di Santa romana Chiesa, il cardinale Kevin Joseph Farrell, per il loro impegno durante la sede vacante. «In questo momento, ad un tempo triste e lieto, provvidenzialmente avvolto dalla luce della Pasqua - ha proseguito Leone XIV -, vorrei che guardassimo assieme alla dipartita del compianto Santo Padre Francesco e al conclave come a un evento pasquale, una tappa del lungo esodo attraverso cui il Signore continua a guidarci verso la pienezza della vita». Di Francesco ha affermato anche di voler raccogliere la «preziosa eredità», invitando a «riprendere il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede».

Sottolineando che «è il Risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa e che continua a ravvivarla nella speranza», Papa Leone ha evidenziato di aver visto, nei giorni scorsi, quale sia «la vera grandezza della Chiesa, che vive nella varietà delle sue membra unite all’unico Capo, Cristo». Quindi ha inviato rinnovare «piena adesione alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”». Di questa poi Leone XIV ha voluto sottolineare alcune istanze fondamentali, fino a giungere a spiegare la scelta del suo nome pontificale. «Diverse sono le ragioni - ha affermato -, però principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica enciclica “Rerum novarum”, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».

Nei saluti ai diversi cardinali anche quello caloroso con Oscar Cantoni, che negli ultimi due anni e mezzo ha collaborato strettamente con il nuovo Papa: il cardinale Robert Francis Prevost, infatti, era il prefetto del Dicastero per i vescovi, del quale il vescovo di Como è membro.

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