Mancano infermieri a Sondrio, la Uil: «Serve un piano straordinario di assunzioni»

Il sindacato: «In questi giorni, diverse critiche mosse sui social hanno preso di mira l’operato del personale sanitario nei Pronto soccorso della nostra provincia»

Sondrio

Di venerdì la comunicazione di Asst Valtellina e Alto Lario circa le performance di eccellenza nei tempi di attesa e nella gestione dei pazienti nei Pronto soccorso e nei Punti di primo intervento aziendali, mentre, di ieri, è la nota diffusa dalla segreteria della Funzione pubblica Uil di Sondrio a difesa del personale dei nostri poli di emergenza e urgenza.

«In questi due giorni, diverse critiche mosse sui social hanno preso di mira l’operato del personale sanitario nei Pronto soccorso della nostra provincia - scrive Ferdinando Carnoli, segretario generale della Funzione pubblica Uil di Sondrio -. E come Uil Funzione pubblica provinciale sentiamo il dovere di intervenire a tutela dei professionisti coinvolti per riportare l’attenzione sulle vere cause delle difficoltà vissute ogni giorno nei reparti di emergenza».

Da imputare, secondo Carnoli, ad una sofferenza del sistema nota da tempo e che investe tutto il territorio nazionale. Non si tratterebbe, quindi, di una prerogativa locale, anzi. «Da tempo, nel nostro settore, a tutti i livelli, non solo nei Pronto soccorso, e in tutta Italia, denunciamo turni massacranti - dice il sindacalista -, carenza cronica di personale e una pressione costante che rendono estremamente complesso garantire un servizio rapido ed efficiente. Nonostante tutto, però, infermieri, medici, operatori socio sanitari e sanitari continuano a garantire cura, professionalità e dedizione. E questo ci preme sottolinearlo perché è la realtà dei fatti».

Per questo Carnoli ha voluto venire allo scoperto con una difesa pubblica dei professionisti che, dentro un contesto difficile, cercano di fare del loro meglio. «Non è accettabile - dice - trasformare il disagio in accuse personali verso chi è in prima linea. Dietro ogni attesa c’è un operatore, una persona che lavora senza sosta per assicurare il diritto alla salute di tutti». Invero, secondo quanto riferito dalla locale Asst, le attese, nei Pronto soccorso della provincia di Sondrio sarebbero inferiori ai tempi medi di altre realtà. Si parla di un tempo medio di 42 minuti, fra presa in carico e visita, e della chiusura della pratica in meno di tre ore, che variano fra l’ora richiesta per i codici bianchi e le quattro ore per i casi più gravi.

In ogni caso, per i sindacalisti della Uil di Sondrio, sindacato maggioritario dentro Asst Valtellina e Alto Lario, a mali estremi occorrono estremi rimedi. Tanto più in una fase come l’attuale, di post Covid, con il servizio sanitario nazionale e i suoi operatori sottoposti ad una pressione senza precedenti. «Occorre pensare, a livello nazionale, ad un piano straordinario di assunzioni - dice Carnoli -, al potenziamento dei servizi territoriali per decongestionare i Pronto soccorso, a maggiori tutele per la sicurezza fisica e psicologica del personale sanitario. E non solo i Pronto soccorso, ma tutti i reparti e i servizi non devono diventare il bersaglio della protesta collettiva, ma il simbolo della resistenza del sistema sanitario pubblico, che va sostenuto e rilanciato. Con questo comunicato, quindi, invitiamo cittadini, istituzioni e media locali a unirsi alla nostra richiesta, quella di difendere chi ogni giorno si prende cura della comunità».

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