
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 05 Luglio 2025
Sondalo: «Se chiude l’ospedale Morelli, cosa succede al mio papà?»
A lanciare un appello per il futuro della struttura, questa volta non è un politico né un medico, ma un bambino di 9 anni. Mattia vive in Alta Valtellina ed è preoccupato per la salute del suo papà
Sondalo
Di sanità e problemi, dell’ospedale Morelli e delle preoccupazioni per la sua funzionalità e il suo futuro, si parla quasi quotidianamente, a farlo sono amministratori, politici, anche semplici cittadini. Ma se a farlo è un bambino di nemmeno 10 anni, preoccupato per la salute del padre, non si può non fermarsi a riflettere, cercando di dare risposte ad un giovanissimo cittadino che chiede risposte concrete. Mattia, 9 anni compiuti lo scorso mese di dicembre, vive in Alta Valtellina con la mamma e il papà.
Non è un bambino come tanti altri, lo dimostra lo spirito di iniziativa fuori dal comune: è riuscito a mettersi in contatto con la sottoscritta con uno stratagemma, prendendo il cellulare dei genitori dopo che aveva capito che stavano parlando con una giornalista. Il primo intento? Voleva mandare, attraverso i giornali, un messaggio all’adorato papà, che ha seri problemi di salute. Voleva fargli gli auguri per il compleanno e fargli sapere quanto gli vuole bene. La conversazione tra me e il giovanissimo lettore ha preso, però, subito una nuova e inaspettata piega, e quando ha constatato la mia disponibilità a pubblicare sul giornale le sue parole («non ho molti soldini però» mi ha detto, credendo di dover pagare per questa opportunità) mi ha raccontato le sue preoccupazioni, discorsi probabilmente sentiti dai grandi in casa e che ha fatto diventare anche suoi pensieri.
«Mio papà si è ammalato quando avevo 21 giorni di vita - racconta - e quando ho cominciato a capire la situazione sono iniziate le mie preoccupazioni per la sua salute. Prima andava a fare cure e terapie all’ospedale Morelli di Sondalo, ora deve andare a Sondrio e a Lecco, perché, mi dicono, lì non fanno più molte cure. Quando ci vado, anche se sono piccolo, vedo che ci sono reparti chiusi, pochi medici e infermieri, sento dire che fanno turni massacranti. E io ho paura di perdere mio padre perché l’ospedale che abbiamo vicino potrebbe essere dismesso». Parole difficili da concepire se pronunciate da un bambino delle elementari, tanto preoccupato per il padre da interessarsi di un tema così complicato e delicato qual è la sanità. E ad aumentare le sue preoccupazioni ora c’è pure la situazione viabilistica in Alta Valle dopo gli smottamenti che si sono registrati in Valdisotto.
«Sento dire che i collegamenti sono a rischio, e io penso: se mio papà ha bisogno andare in ospedale d’urgenza o di soccorsi e questi non sono possibili? - l’angosciante paura del bambino -. E come il mio papà ci sono tante persone che non stanno bene e che vogliono rassicurazioni. Vivo con l’ansia, penso a queste cose giorno e notte e vorrei risposte, spero che qualcuno me ne possa dare».
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