Poste, Cgil denuncia: a Sondrio recapito a singhiozzo

Il sindacato attacca i tagli nel mandamento. Ci sono disagi per i cittadini e condizioni di lavoro pesanti per i portalettere

Sondrio

È dura la presa di posizione di Fernando Negrini, di Caspoggio, Rsu per la Cgil di Poste Italiane Sondrio, il quale dà conto di una situazione «divenuta insostenibile, in particolare nel mandamento di Sondrio - dice -, rispetto al recapito in seguito al taglio di nove zone su 35 attuato a partire dal maggio scorso. A Morbegno ne sono state tagliate due su 10 zone, e lo stesso dicasi per Tirano, mentre a Chiavenna la situazione è rimasta inalterata, ma se ovunque si fa fatica, a Sondrio di più. Ci sono colleghi che fanno 80 chilometri al giorno per consegnare la posta, e alla fine non riescono neppure a farlo come vorrebbero e come sarebbe giusto, con grande frustrazione di ciascuno di noi».

Secondo Negrini, questo ridimensionamento, bocciato dalla Cgil e dalla Uil che non siedono più al tavolo delle trattative, ma vi partecipano solo come osservatori, pensato in ragione di un calo del volume della corrispondenza sostituita da comunicazioni via email, può anche avere un suo perché a livello generale, ma cozza con lo stato delle cose a livello locale.

«Da noi, nel mandamento di Sondrio in particolare, che va da Buglio in Monte-Colorina a San Giacomo di Teglio - dice Negrini -, vivono tantissimi anziani che ancora non ricorrono a internet, che aspettano la bolletta via posta per poterla pagare, così come le comunicazioni delle banche e dei Comuni per i pagamenti Imu, Tari e quant’altro. Allo stesso modo, da noi, a Sondrio, non ci sono come a Milano o in altre realtà palazzi col portiere cui si consegna tutta la corrispondenza che provvede lui a incasellare, ma occorre distribuire la posta casella per casella, e il dispendio di tempo è enorme, per cui, in un contesto di questo tipo già difficile, ridurre le zone significa non riuscire ad assicurare il recapito a giorni alterni, come previsto, con fette di territorio che vengono servite ogni quattro giorni. Ci sono colleghi esasperati da questa situazione, perché non riescono a lavorare come vorrebbero».

Venticinque in tutto i portalettere a Sondrio, di cui 15 impegnati nelle zone base, quattro sulle linee di mercato, sei sulle linee business, uno sulla business di chiusura, con 11 scorte chiamati ad operare settimana per settimana al bisogno, e sei contratti a termine.

«Con un ricorso tra l’altro strumentale e massiccio a questi ultimi - dice Negrini - con casi anche di ragazzi licenziati non per qualche loro mancanza nel periodo di prova, ma solo per far spazio ad altri contratti a termine da uno a due mesi. Una cosa avvilente per ragazzi che molto spesso arrivano dall’estremo sud e cercano in Poste Italiane un lavoro che dia loro la possibilità di costruirsi un futuro. I dipendenti fino ad oggi hanno sempre fatto sacrifici, non si sono mai tirati indietro, ma ora sono stremati. C’è chi non dorme la notte o entra in una spirale di forte disagio al pensiero del lavoro che deve affrontare l’indomani. Senza dire delle intimidazioni che vengono fatte ai portalettere che si oppongono a questo stato di cose da dirigenti che hanno poco rispetto per il codice etico di Poste Italiane».

In provincia di Sondrio il piano di ridimensionamento «ha comportato la riduzione di 13 portalettere - dice Claudio Bottà, della Cgil lavoratori della comunicazione di Sondrio -. Noi ci siamo opposti subito a tutto ciò, perché sapevamo che sarebbe stato deleterio, per gli utenti e per i lavoratori, e così è stato».

Non condivide invece Poste Italiane, secondo la quale «non si registrano ritardi nella consegna della corrispondenza né nella città di Sondrio né in provincia. La nuova organizzazione che ha interessato il recapito a partire da giugno non ha comportato conseguenze sulla qualità del servizio. Per il centro logistico di Sondrio non ci sono giacenze e le attività si svolgono in modo regolare».

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