
Cronaca / Circondario
Martedì 19 Agosto 2025
Galbiate: appello per salvare la chiesa di Sant’Alessandro
Raccolti i fondi per il progetto. Ora bisogna recuperare le risorse per il tetto
A Galbiate ha avuto successo la prima, determinante fase per salvare la chiesa di Sant’Alessandro. Questo era proprio lo slogan e l’appello lanciato nei mesi scorsi dal parroco di Galbiate, don Erasmo Rebecchi, per trovare fondi da destinare al monumento. Il primo passo da compiere è la progettazione: 10.000 euro dovevano essere raccolti al più presto. «Tutte le donazioni - precisa don Erasmo - hanno contribuito a raggiungere la somma che poi (come da statuto) la Fondazione Comunitaria del Lecchese ha raddoppiato. Infatti - ricorda don Erasmo - è previsto che la Fondazione intervenga a copertura dei progetti di rilevanza locale quando le comunità stesse riescono a raggiungere col proprio impegno il 50% del totale. In questo procedimento, le donazioni sono tutte detraibili dall’Irpef oppure deducibili in caso di erogazioni liberali da parte di società e aziende».
Ciò ha indubbiamente incentivato la risposta dei galbiatesi. La strada è comunque ancora lunga. «In particolare, ciò per cui si deve correre ai ripari - fa il punto don Erasmo - è il tetto. La chiesa, situata nell’omonima località di Galbiate, sta andando incontro a un veloce deterioramento dovuto soprattutto alle condizioni della copertura, il cui cedimento si manifesta, per la verità, da alcuni anni, col distacco dell’intonaco del controsoffitto agganciato alla struttura lignea».
Il costo rischia di essere ingente ma, per il momento, prioritario è proprio il progetto. «Infatti - spiega il parroco - per poter realmente procedere al restauro conservativo del tetto, occorre anzitutto presentare tutta la documentazione alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Architettonici. La raccolta dei fondi e, quindi, l’incarico ai progettisti consente - precisa il parroco - una ricerca sia storica sia relativa ai materiali: entrambe le esigenze sono scaturite da un primo sopralluogo eseguito con il funzionario della Soprintendenza proprio nei mesi scorsi». Questa prima fase sarà affidata agli architetti Francesco Macario e Alberto Bianchi. Questo sarà, appunto, soltanto un primo step; il successivo sarà costituito dal prelievo di campionature e dal rilievo delle stratigrafie, che costituiranno esse stesse una parte della ricerca: «Permetteranno - chiarisce don Erasmo, peraltro lui stesso ingegnere - di individuare eventuali presenze di decorazioni sotto gli strati di intonaco più recenti e la loro consistenza». Proprio per salvare gli interni della chiesa, si procederà a risanare il tetto, per cui si dovranno trovare gli ulteriori fondi.
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