
Cronaca / Circondario
Mercoledì 13 Agosto 2025
Lago di Como, stagione irrigua salva grazie alla gestione dei bacini
Il presidente del Consorzio dell’Adda, Emanuele Mauri, spiega come le piogge abbondanti e la collaborazione con i gestori alpini abbiano permesso di superare le difficoltà
Lecco
“La stagione più difficile? Il 2022. L’accordo con i gestori dei bacini alpini ci ha salvato”. A tre anni di distanza da quella grande siccità, la situazione del lago è tornata alla normalità. “Il grande caldo di questi ultimi giorni – spiega Emanuele Mauri, presidente del Consorzio dell’Adda – ha allungato la stagione irrigua fino a fine agosto ma nel complesso sta andando tutto bene. Abbiamo portato avanti un attento lavoro di regolazione con l’obiettivo di gestire le abbondanti piogge di giugno in modo da raggiungere due obiettivi: portare a termine senza problemi la stagione irrigua e contenere quelle ondate di piena che avrebbero potuto creare problemi sul fronte della protezione civile”. A giugno, nelle settimane in cui ha piovuto di più, il deflusso attraverso la diga di Olginate ha toccato la portata massima di 230 metri cubi al secondo. Quando poi è arrivato il caldo, si è progressivamente scesi.
“Al momento – precisa Mauri – il deflusso è di circa 155 metri cubi al secondo ma stiamo scendendo verso 150/145 metri cubi al secondo, ovvero il 60% della portata massima di 230. L’afflusso, invece, risulta di circa 125 metri cubi al secondo. L’obiettivo è stabilizzare il livello del lago, che oggi si attesta al 32% di riempimento e a 14,2 centimetri, così da portare a termine la stagione irrigua”. Oltre al lago, le forti piogge delle scorse settimane hanno riempito anche le falde acquifere e i canali in pianura, cosa che ha facilitato le operazioni di irrigazione nei territori di valle.
“L’accumulo totale degli afflussi da gennaio a oggi – aggiunge il presidente del Consorzio dell’Adda – è stato di circa 3 miliardi di metri cubi, in linea con le medie del periodo. Al momento, inoltre, i bacini alpini, che hanno due volte la capacità di invaso del lago, sono pieni al 60% per un totale di circa 250 milioni di metri cubi circa. Normalmente questa risorsa viene progressivamente liberata nel momento in cui le centrali producono energia elettrica. In ogni caso, gli operatori, nel momento del bisogno, ci hanno sempre aiutato”. Per poter incrementare la capacità di invaso del lago è necessario che le opere di difesa a Como siano completate. “Solo quando tutte le pompe saranno pienamente operative potremmo avvicinare con fiducia il limite massimo di concessione, pari a 130 centimetri sopra lo zero idrometrico” precisa Mauri. Nel frattempo, il Consorzio dell’Adda sta portando avanti da anni un importante programma di investimenti milionario sulla diga di Olginate. “A settembre – conclude Mauri - installeremo i nuovi meccanismi di movimento dei due sbarramenti danneggiati nell’incidente dell’ottobre 2023, che quindi torneranno pienamente operativi. Stiamo reperendo i fondi per sostituire i meccanismi di movimento anche degli altri sei sbarramenti perché risalgono ancora agli anni Quaranta, quando era stata costruita la diga. Le paratoie, invece, erano già state tutte sostituite in passato, così come erano stati rinnovati tra gli altri anche il ponte diga e la casa di guardia”.
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