Cronaca / Circondario
Martedì 25 Novembre 2025
«Marco è clinicamente morto. È stato colto da un aneurisma, il fratello non c’entra»
I familiari del pizzaiolo Marco Motta escludono l’aggressione, «c’è stata solo una lite», e puntano il dito contro chi era con loro: «perché nessuno li ha aiutati?». Indagano i carabinieri, la procura di Bergamo ha aperto un fascicolo
Valgreghentino
«Basta dire che suo fratello lo ha massacrato di botte. Non è andata così, è innocente. Marco è stato colto da un aneurisma, ed è caduto a terra. Purtroppo è clinicamente morto, attaccato alle macchine, in attesa dell’espianto degli organi. Come da sua volontà». A pochi giorni di distanza dal ritrovamento di Marco Motta, 39 anni, il pizzaiolo nato e cresciuto a Valgreghentino, residente a Caprino Bergamasco, i famigliari più vicini vogliono fare chiarezza. Vogliono che si sappia quanto è stato ricostruito della notte tra sabato e domenica in cui Marco Motta e suo fratello di 30 anni sono stati ritrovati a terra, privi di sensi, in un parcheggio a Pontida.
Come è noto, fin dalle prime ore dopo i fatti, ha preso a circolare con insistenza l’ipotesi che i due fratelli si fossero presi a botte, al culmine di una violenta lite iniziata prima in un locale di Pontida e poi nel parcheggio. Si era pensato anche che potessero essere stati entrambi vittime di un’aggressione e, come abbiamo riportato, che Motta sia caduto a terra violentemente, in seguito a un malore.
«La lite tra fratelli c’è stata – prosegue la parente che abbiamo contattato ma chiede di restare anonima – questo è vero, ma non c’è stata una scazzottata. Marco è stato colto, si pensa, da un aneurisma. Forse era lì da sempre o forse si è manifestato in modo violento, quando gli è salita la pressione durante il litigio. Sul suo corpo non c’è un solo segno che faccia pensare che sia stato massacrato di botte». E aggiunge: «Suo fratello, come tutto il resto della famiglia, è disperato, ma non ha colpe, sia chiaro». La procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per tentato omicidio e iscritto nel registro il fratello minore, specificando però che si tratta di un atto dovuto per consentire gli accertamenti del caso.
Nella vicenda drammatica che ha colpito la famiglia Motta, molto nota per aver gestito prima a Valgreghentino e poi nel Calolziese la pizzeria “Il Melograno”, c’è però ancora un punto oscuro, su cui i famigliari sperano che le indagini in mano ai Carabinieri di Cisano Bergamasco e della compagnia di Zogno possano fare luce.
«Anche Gianluca, il fratello di Marco, è stato rinvenuto privo di sensi, a terra in quel parcheggio, ed entrambi sono stati soccorsi dopo quasi un’ora che erano in quello stato. Eppure pare che quella sera fossero in compagnia. Perché nessuno li ha aiutati?».
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