
Botte e minacce alla compagna: 40enne condannato a un anno e tre mesi
La botte, le minacce, i vestiti e le scarpe tagliate, le vessazioni quotidiane. Una relazione un tempo sentimentale, poi diventata un incubo per una donna delle provincia di Lecco . Il suo ex compagno è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione
Colico
La botte, le minacce, i vestiti e le scarpe tagliate, le vessazioni quotidiane. Una relazione un tempo sentimentale, poi diventata un incubo per una donna delle provincia di Lecco che ora, dopo la querela presentata al suo ex compagno, un uomo di 40 anni, ha avuto il primo responso della giustizia, con la condanna alla pena di un anno e tre mesi di reclusione pronunciata dal giudice Bianca Maria Bianchi, per i reati di lesioni, minacce e danneggiamenti.
La vittima, assistita dall’avvocato Federica Giletta, ha ottenuto anche il diritto a un risarcimento, con una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 5mila euro. Una sentenza che, comunque, ha visto non riconosciuto il reato contestato inizialmente all’uomo, che era quello di stalking, e che aveva portato a una richiesta di condanna pari a sei anni.
Tra i due, che convivevano a Colico, la situazione è precipitata ad agosto 2021, quando l’uomo avrebbe cominciato ad assumere una condotta sempre più violenta nei confronti della compagna. Questa, il 7 settembre di quattro anni fa, si è presentata all’ospedale San Gerardo di Monza, dove si è fatta medicare e dove le sono stati trovati lividi e tumefazioni su tutto il corpo. Traumi fotografati e depositati agli atti del processo.
Secondo quanto emerso, la donna, dopo questo fatto ha lasciato la casa di Colico ed è tornata a vivere con la madre. Ha avuto anche problemi di esaurimento nervoso, e sul lavoro. Per la paura che lui venisse al negozio in cui lavorava, infatti, alla fine ha deciso di licenziarsi. Timori del tutto ingiustificati, questi ultimi, a detta del legale della difesa, l’avvocato William Limuti, che ha sostenuto l’innocenza del suo assistito, asserendo che «l’ampia istruttoria dibattimentale, passata attraverso l’audizione di molti testi, ha smentito quanto sostenuto dalla vittima, la cui unica carta prodotto riguarda un certificato di 10 giorni rilasciato dal pronto soccorso».
Di fatto il giudice non ha riconosciuto lo stalking, ma ha comunque emesso condanna, in un certo senso suddividendo il reato di atti persecutori in una serie di altri illeciti, come le minacce e i danneggiamenti (dovuti alla distruzione dei vestiti da parte dell’imputato).
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