Colico, rinviata la discussione sul referendum per il cambio di provincia

Il Consiglio comunale ha rimandato la delibera sulla consultazione popolare proposta dalle minoranze. Il sindaco Gilardi attende l’esito dell’istruttoria avviata dal Ministero dell’Interno

Colico

Ancora nulla di fatto sul referendum consultivo in merito al passaggio di Colico in provincia di Sondrio. Il Consiglio comunale, riunitosi giovedì sera, infatti, ha rinviato a data da destinarsi la discussione sulla proposta di indizione della consultazione popolare, avanzata dai gruppi di minoranza “Colico di Tutti” e “più Comunità”. Leggendo il testo della proposta, il consigliere Silvia Paroli (Più Comunità) ha evidenziato come il cambio di provincia sia «una questione che riguarda la collettività» e che «tale decisione non può essere assunta senza ascoltare il parere della cittadinanza».

Terminata la presentazione, il sindaco Monica Gilardi è intervenuta spiegando: «La questione è stata già discussa in conferenza dei capigruppo e, in questa sede, ho richiesto il rinvio della delibera in merito alla proposta di indizione del referendum. Nonostante sulla questione sia stato espresso il parere favorevole del segretario comunale e alla luce della nuova legge regionale, ho avanzato la richiesta poiché, a oggi, il Ministero dell’Interno non si è ancora espresso sul quesito che abbiamo presentato, proprio in riferimento alla possibilità del Comune di organizzare il referendum».

L’Amministrazione comunale, infatti, per fugare ogni dubbio sulla possibilità di organizzare la consultazione popolare, il 26 maggio scorso, si era rivolta all’Avvocatura di Regione Lombardia, venendo indirizzata al Ministero, quale ente competente in materia. «Nella giornata di ieri (martedì, ndr) ci è stato confermato dal Ministero stesso che è stata aperta un’istruttoria – ha chiarito il primo cittadino – Credo, quindi, che sia doveroso attenderne l’esito prima di prendere ulteriori decisioni. Questa Amministrazione non ha mai detto “no” al referendum, ma sostiene fortemente che, per la materia trattata, non sia di competenza del Consiglio comunale».

Gilardi, infine, ha comunicato che il 30 giugno scadranno i termini per la raccolta firme (di entrambi i comitati attivi sulla questione cambio di provincia) e per il deposito al Protocollo di tutta la relativa documentazione. «Sarà, poi, necessario un mese per la verifica delle firme e per istituire la pratica per la delibera comunale. Presumibilmente entro fine luglio». Al momento di andare al voto, le minoranze sono tornate sui loro passi: «Inizialmente eravamo d’accordo di attendere il parere del Ministero, ma abbiamo cambiato idea – ha spiegato il consigliere Paroli, anche a nome del collega Enzo Venini e di Raffaele Grega (Colico di Tutti) – Concordavamo sull’idea di rimandare la votazione, ma non siamo d’accordo sul fatto che non si intenda rimandare il termine del 31 luglio per la delibera sul cambio di provincia». Paroli ha ricordato che «la nuova legge regionale permette al Comune di indire il referendum» e che «non si può paragonare il referendum, con il voto segreto, alla raccolta firme». Infine, il consigliere Grega ha proposto di «differire la discussione sulla delibera e posticipare la riunione consigliare di fine luglio. E’ prudente attendere il parere del Ministero, così come lo è posticipare la scadenza del 31 luglio».

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