Colico: scontro in aula sul referendum per cambiare provincia

La consultazione si terrà prima del 6 settembre grazie ai voti della maggioranza. L’opposizione abbandona la seduta

Colico

A Colico, il referendum sul cambio di provincia si farà, con molta probabilità, ben prima del 6 settembre 2026.

La data già fissata per la consultazione potrà essere anticipata grazie all’approvazione della mozione, approvata giovedì sera dal Consiglio comunale, avente per oggetto «Interpretazione autentica dell’articolo 52 comma 7 dello Statuto comunale». Un passaggio importantissimo votato all’unanimità dal solo schieramento di maggioranza, dopo che i consiglieri di opposizione – Raffaele Grega (Colico di Tutti), Silvia Paroli ed Enzo Venini (Più Comunità) – hanno abbandonato la seduta prima del voto, a evidenziare la propria contrarietà alla mozione, presentata proprio dal gruppo Noi per Colico, che sostiene il sindaco Monica Gilardi.

La questione sul tavolo era legata al sopra citato comma 7 dell’articolo 52, secondo il quale «un referendum non può essere indetto prima che siano decorsi almeno dodici mesi dall’attuazione di altro precedente referendum di qualsiasi tipo».

Da qui la mozione, basata sulla considerazione secondo cui, rispettando queste indicazioni, c’è il rischio che a Colico non si possa mai indire il referendum comunale per il cambio di Provincia. La data del 6 settembre, infatti, era stata fissata tenendo conto dello svolgimento del referendum dello scorso mese di giugno ma, considerato che nella primavera 2026 si terrà un altro referendum nazionale, quello comunale dovrà essere ulteriormente rimandato. Sempre che non vengano indette altre consultazioni referendarie.

Un problema al quale, secondo la maggioranza, si potrà ovviare grazie all’interpretazione autentica.

«Ci siamo dati da fare per accontentare chi chiedeva il referendum – ha spiegato Franco De Poi, capogruppo di Noi per Colico – Abbiamo valutato lo statuto e, con questa interpretazione autentica, chiediamo di specificare che i dodici mesi decorrano da un referendum comunale e non da uno generico come indicato. In questo modo possiamo superare l’ostacolo dei dodici mesi e andare a referendum quanto prima. Chiedo alla minoranza, che ha tanto insistito per fare il referendum, di votare in maniera favorevole questa mozione per poter procedere».

Richiesta respinta con decisione dai gruppi di opposizione. «Quella che proponete è una modifica sostanziale di una norma dello statuto comunale, non un’interpretazione – ha sottolineato la consigliera Paroli – Cosa significhi “di qualsiasi tipo” si capisce benissimo: vuol dire “tutti”. Questa norma ha lo scopo di salvaguardare il referendum comunale dall’influenza di un’altra campagna referendaria. Le leggi si applicano anche quando non fanno comodo, non si possono aggirare a proprio uso e consumo. È evidente che i pro-Sondrio e questa Amministrazione abbiamo interesse ad abbreviare i tempi, ma lo Statuto comunale va rispettato. Non c’è nessuna urgenza che giustifichi questa fretta».

Quindi ha ribadito: «Si tratta di una modifica allo statuto votata con la procedura di una semplice interrogazione. Se non verrà ritirata la mozione, noi non ci presteremo a questa votazione fasulla e abbandoneremo il Consiglio».

Prima di lasciare la seduta anche i consiglieri Venini e Grega si sono espressi a sostegno di quanto esposto dalla collega Paroli.

Con il solo gruppo di maggioranza, quindi, la mozione è stata approvata all’unanimità. Spetterà, ora, alla commissione elettorale fissare la nuova data di svolgimento della consultazione referendaria.

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