Fuga e sparatoria a Bellano, confermata in appello la condanna a 8 anni
La Corte d’appello ha confermato la pena per il 49enne che nel 2024 sparò contro i carabinieri e la polizia dopo una rapina fallita nel Sondriese.
Bellano
Confermata in Corte d’appello la condanna a otto anni di reclusione per tentato omicidio a Michelangelo Barbara, 49enne di Senago, nel milanese, arrestato l’anno scorso al termine di un inseguimento con le forze dell’ordine con sparatoria avvenuta a Bellano. La sentenza di secondo grado è stata pronunciata oggi, lunedì primo dicembre, dal tribunale di Milano.
Barbara, già finito al centro di passate vicende giudiziarie per l’appartenenza alla cosiddetta ‘banda dei Burgman”, dal nome degli scooter utilizzati per varie rapine commesse nel milanese ai primi anni Duemila, è detenuto per questa causa. La sua fuga dalle forze dell’ordine risale a novembre 2024, dopo un colpo tentato alla filiale Crédit Agricole del centro commerciale “Le Torri” di Castione Andevenno (Sondrio). L’accusa di tentato omicidio (nonché quella di porto abusivo di armi clandestine), gli veniva contestata ai danni di due carabinieri della Stazione di Berbenno, e di un agente delle “volanti” in servizio alla Questura di Sondrio.
Quel giorno, secondo quanto ricostruito, l’imputato aveva fatto irruzione nella banca armato e con il volto coperto. A causa dei sistemi di sicurezza che bloccano le casse, tuttavia, non era riuscito a impossessarsi del denaro. Una volta scoperto, si era allontanato rapidamente. Successivamente era stato intercettato lungo la statale 38, tallonato dalle pattuglie di carabinieri e polizia. Nei pressi di Bellano, il fuggitivo aveva esploso alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo delle forze dell’ordine, costringendo gli agenti a rispondere. I colpi sparati dall’uomo erano andati a vuoto (e non avevano colpito le auto di servizio, come emerso da una prima ricostruzione) mentre un poliziotto aveva fatto fuoco colpendo il rapinatore a una gamba. L’uomo era stato soccorso e ricoverato in ospedale, prima del trasferimento in carcere. A fronte di una richiesta di circa cinque anni, il giudice per l’udienza preliminare (gup) di Lecco, in primo grado, ha invece inflitto una pena più alta. Barbara, difeso dagli avvocati Marika Piazza e Luca Pedi, negli anni passati era stato associato a reati commessi nell’area milanese e brianzola. Il suo nome era stato accostato a quello della cosiddetta “banda dei Burgman”, il gruppo che nei primi anni Duemila aveva messo a segno numerose rapine, che aveva una base a Limbiate e che comprendeva anche alcuni pregiudicati comaschi.
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