Cronaca / Lecco città
Venerdì 31 Ottobre 2025
Asilo di Bonacina a Lecco: il Comune risolve il contratto all’impresa
Palazzo Bovara ha optato per la rescissione non consensuale con la ditta campana. L’obiettivo è terminare l’opera finanziata anche con fondi Pnrr
Lecco
Si sblocca la vicenda dell’asilo di Bonacina. Il Comune di Lecco ha rescisso per inadempimento, quindi non in forma consensuale, il contratto con Unyon consorzio stabile scarl, l’impresa campana che stava realizzando l’opera, ed ora può procedere a riaffidare l’appalto ad un altro operatore economico di modo da far ripartire i lavori. In una nota Palazzo Bovara precisa che «al momento non risulta possibile definire con certezza la tempistica del nuovo affidamento», anche perché bisogna ora redigere la relazione su quali lavori siano stati già eseguiti ed in seguito l’impresa dovrà sgomberare il cantiere. In ogni caso, l’obiettivo del Comune è «individuare la soluzione più rapida ed efficace per il completamento dei lavori» eventualmente anche attraverso delle variazioni al progetto.
L’investimento complessivo per la realizzazione del terzo nido comunale, che dovrebbe ospitare trenta bambini, è pari a 1.7 milioni di euro, finanziati in parte con un contributo Pnrr da oltre un milione di euro e con risorse del Gestore per i servizi energetici. Entrambi questi finanziamenti sono legati al rispetto di specifiche scadenze: il contributo Pnrr, per esempio, impone che l’opera sia completata e collaudata entro il 30 giugno 2026. Non è dato sapere, al momento, cosa succederebbe qualora la scadenza Pnrr non fosse rispettata, ovvero se ci sarà una proroga dei termini oppure un commissariamento dell’opera. Un problema che, va ricordato, riguarderebbe tutte le opere che eventualmente non fossero finite in tempo, molte delle quali potrebbero essere proprio i nidi visti i molteplici problemi registrati in giro per l’Italia per via delle modalità di gestione di questi appalti curata, in base alle disposizioni del governo, da Invitalia.
Secondo la previsione iniziale, risalente alla fine del 2023 quando era stato assegnato l’appalto all’impresa campana, i lavori sarebbero dovuti terminare il 18 gennaio 2025. Già nell’aprile del 2024, però, erano emerse le prime «gravi inadempienze contrattuali» da parte della ditta, tanto è vero che Palazzo Bovara, su segnalazione della direzione lavori, aveva avviato un procedimento di risoluzione del contratto, chiuso solo due mesi dopo a seguito delle interlocuzioni con l’impresa. In seguito, nel novembre 2024 il Comune ha concesso la prima proroga del termine di fine lavori, spostato dal 18 gennaio al 31 marzo. Ad una settimana dalla scadenza, però, i lavori erano stati realizzati solo al 30% e questo, oltre a suscitare polemiche in città, aveva spinto Palazzo Bovara ad aprire un secondo procedimento di risoluzione del contratto, richiuso poi ad aprile sempre a seguito di interlocuzioni con un’impresa che, nel frattempo, aveva fatto ripartire i lavori attraverso tre subappalti. A inizio settembre, però, è stato certificato uno stato di avanzamento lavori del 40% tale da rendere impossibile il rispetto del nuovo termine di fine lavori, fissato al 30 settembre. Ciò ha spinto Palazzo Bovara ad avviare il terzo procedimento per la risoluzione nel contratto, conclusosi negli scorsi giorni senza un accordo tra le parti.
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