Don Davide Milani: «Il nuovo Papa è andato alla radice della pace, che è la centralità di Cristo»

L’ex prevosto di Lecco di Lecco e officiale del Dicastero della cultura e dell’educazione della Santa Sede commenta l’elezione di Leone XIV. «Il nome scelto un richiamo a quanto sia importante essere vicini alla gente e soprattutto a coloro che ne hanno più bisogno»

Lecco

La fumata bianca ha spiazzato molti, ma Piazza San Pietro si è riempita in men che non si dica, come ci ha confermato don Davide Milani, già prevosto di Lecco e officiale del Dicastero della cultura e dell’educazione della Santa Sede. Lo abbiamo sentito subito dopo la conclusione del primo discorso del nuovo Pontefice Leone XIV e ci ha immediatamente evidenziato la straordinaria partecipazione della gente in Piazza San Pietro.

«Ho seguito questi momenti, che sono succeduti alla fumata bianca, dalla finestra del mio ufficio che dà su Piazza San Pietro e devo dire che la partecipazione dei tantissimi fedeli che si sono riuniti per vedere e pregare con il nuovo Papa è stata emozionante e straordinaria. Mi ha colpito la festa esplosa dopo la fumata bianca. E’ stata spontanea come per coloro che ricevono un regalo inaspettato, un pacchetto che già di per sé li entusiasma. Non conta quello che ci sarà dentro, non interessa sapere cosa ci è stato regalato, l’importante è il dono ricevuto e così è stato per la folla di Piazza San Pietro, che ha ricevuto il dono meraviglioso di un nuovo Papa».

Don Davide ha poi voluto sottolineare quanto poco contino le previsioni e le anticipazioni sul nome del nuovo Papa. In questi giorni si sono succedute in quello sport chiamato “toto papa” e ancora una volta abbiamo compreso quanto poco contino: «Oggi abbiamo avuto la concreta dimostrazione che non è l’opinione pubblica a scegliere il nuovo Pontefice, né contano i giochi pseudo politici o gli interessi di parte, ma sono i cardinali a farlo, nel nome di Cristo».

Le prime parole di Papa Leone XIV sono state molto significative per don Davide, per certi versi già programmatiche: «Il suo è stato un augurio di pace ed ha voluto richiamare con forza la centralità di Cristo risorto. E’ stato poi importante il suo connettersi alle parole di Francesco il giorno di Pasqua, un ricordo tangibile che ci dà il senso di una voluta continuità».

Ha colpito tutti il richiamo di Leone XIV alla pace universale ed al bisogno di abbattere i muri che ci dividono: «L’importante è che il nuovo Papa sia andato alla radice della pace, che è la centralità di Cristo». C’è poi la scelta del nome, anche questa tutt’altro che secondaria: «Si riallaccia a Leone XIII che ha dato grande rilievo alla questione sociale dentro la vicenda dell’uomo e questo è un chiaro richiamo a quanto sia importante essere vicini alla gente e soprattutto a coloro che ne hanno più bisogno».

Infine, don Milani ha evidenziato quanto la Chiesa sia qualcosa di veramente universale e quanto la piazza romana per eccellenza lo abbia dimostrato: «Leone XIV ha parlato in italiano e in spagnolo, sappiamo che conosce ovviamente l’inglese e questo ci dice che abbiamo un Papa cosmopolita, un Pontefice che è dentro la Chiesa globale. In questa giornata luminosa, Roma si è unita in una grande festa attorno al nuovo Papa e proprio qui si comprende che la fede non è una teoria, ma è il fondamento di quella Chiesa di Dio che ha voluto salutare con gioia il nuovo Pontefice».

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