Il quarto ponte a doppio senso? Piace a tutti, ma va realizzato

Vivace dibattito alla Piccola. Il sottosegretario Piazza: «Non esistono soluzioni a tempi e costi zero»

Lecco

«Regione Lombardia si è presa l’impegno di far inserire l’adeguamento dello svincolo di Pescate nel contratto di programma tra Anas e ministero delle Infrastrutture in occasione del prossimo aggiornamento previsto a gennaio 2026».

Benché si tratti di un passaggio tecnico, propedeutico all’avvio della ricerca dei fondi, l’annuncio del sottosegretario regionale Mauro Piazza è stato il passaggio più significativo del dibattito tra istituzioni andato in scena giovedì sera all’urban center della Piccola.

Il vivace scambio di opinioni, avvenuto di fronte a un centinaio di cittadini, ha visto contrapposti da un lato il sindaco Mauro Gattinoni e dall’altro il sottosegretario Piazza e il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli.

Al centro della discussione non c’era tanto la necessità di rendere il quarto ponte percorribile in entrambi i sensi di marcia, condivisa da tutti gli intervenuti, quanto il come farlo. «Il quarto ponte a una sola corsia di marcia non porterà alcun beneficio alla città di Lecco – ha spiegato Gattinoni –. Tra le ipotesi progettuali elaborate dal centro studi Pim per conto del Comune nel 2022 c’era quella di rendere il ponte percorribile anche in uscita verso Pescate a condizione che la rampa di accesso che collega Pescate alla ss36 venga chiusa. Questo permette in tempo zero e costo zero di togliere i jersey che separano la ciclabile dalla corsia di marcia sul nuovo ponte. L’incrocio della rampa che entra da Pescate fuori dal tunnel del Barro è il problema: è lì che si creano i rallentamenti e gli incidenti. Togliere quell’incrocio potrebbe rendere più scorrevole anche la ss36».

Secondo i dati elaborati dal Pim per conto del Comune, ogni cento auto che entrano in ss36 a Pescate, 50 escono al Bione, 35 escono all’ospedale e in via xi febbraio e 15 si dirigono oltre Lecco. Secondo il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli, invece, ogni cento auto che entrano in ss36 a Pescate sono 40 quelle che escono al Bione. «Soluzioni a costo zero e in tempi zero non esistono – ha poi aggiunto Piazza -. Immaginate se tutto il traffico della statale 72 in direzione nord, invece che dividersi tra la rampa di Pescate e il quarto ponte, fosse indirizzato interamente sul quarto ponte e arrivasse al nuovo svincolo del Bione. Chi dovesse proseguire in direzione nord dovrebbe rientrare sulla statale utilizzando la corsia di accelerazione “nana”, ovvero lunga 15 metri, che tra l’altro è posta poco prima dell’uscita verso l’ospedale e la Valsassina. Trattandosi di una situazione sopraelevata quell’ingresso non sarebbe modificabile. Questa è una delle ragioni per cui Anas ha scartato l’ipotesi di chiudere l’accesso alla statale 36 da Pescate».

La proposta progettuale presentata da Anas agli enti locali nell’ottobre 2024 prevede quindi un investimento da 18 milioni di euro, ancora da trovare, e 14 mesi di lavori per adeguare lo svincolo di Pescate demolendo la rampa di ingresso alla ss36 e ricostruendola ad una quota più elevata di modo da poter realizzare sotto la corsia per il traffico in uscita da Lecco sul quarto ponte.

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