Indagine sulla morte di Milena e Giorgia, la verità in un video

Il filmato depositato agli atti smentirebbe la versione dell’autista del carro attrezzi. Si attendono gli esiti degli esami tossicologici per definire le responsabilità dell’uomo.

Brivio

Un video che riprende le fasi dei tragici momenti che hanno spezzato la vita di Milena Marangon e Giorgia Cagliani, e che smentirebbe la versione dell’autista del carro attrezzi che le ha investite. La circostanza della positività alla droga, su cui potrebbe basarsi il processo. Tra i vari nodi da sciogliere nell’inchiesta che la procura di Lecco sta conducendo per chiarire ogni aspetto del dramma andato in scena la sera di sabato 20 settembre, con le due ventunenni uccise mentre andavano a piedi alla festa di Brivio, il prossimo passaggio investigativo è previsto nella giornata di giovedì, con lo svolgimento degli accertamenti tecnici, nello specifico una perizia cinematica, che gli inquirenti di corso Promessi Sposi hanno disposto per fare luce sulla dinamica del fatto costato la vita alle due inseparabili amiche.

Un atto che potrebbe confermare quanto fino a questo momento ricostruito dagli investigatori, a partire da un filmato che smentirebbe, secondo l’accusa, la versione dell’indagato, risultato nell’immediatezza dell’incidente positivo alla cannabis. Quest’ultimo, il trentaquattrenne Krzystof Jan Lewandowski, polacco residente nella città di Bielsko Biala, in occasione dell’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari (Gip) Salvatore Catalano, oltre ad aver chiesto scusa tra le lacrime alle famiglie delle due ragazze, ha spiegato di aver percorso la strada a bordo della quale camminavano le due vittime, in un tratto scarsamente illuminato, e di essere stato abbagliato dai fari di un veicolo che veniva in senso opposto al suo. Motivo che lo avrebbe portato a sterzare all’improvviso, andando purtroppo a travolgere i corpi di Milena Marangon e Giorgia Cagliani. Ma la circostanza riferita dal trentaquattrenne incensurato, sposato, e padre di un bimbo di 8 anni, sarebbe smentita dai primi accertamenti effettuati in loco dai carabinieri di Brivio in via per Airuno, e in particolare da un filmato che è stato depositato e allegato al fascicolo di inchiesta.

Dal video si capirebbe che la strada in realtà non era buia, e che un altro veicolo arriva effettivamente sulla scena in senso opposto, ma in un momento successivo all’investimento delle due ventunenni da parte del carro attrezzi condotto dall’autotrasportatore straniero, un furgone marca Volkswagen con il pianale posteriore adibito al trasporto veicoli, e con la scritta a grandi lettere ‘pomoc drogowa’ (assistenza stradale) sul cofano. Il mezzo in questione, dopo l’impatto, presentava un’ammaccatura evidente sulla parte bassa del montante del parabrezza, lato passeggero. Il vetro stesso, nella medesima zona, è rimasto crepato in conseguenza dell’urto.

Ma se le responsabilità sembrano dunque già abbastanza definite, per quanto riguarda la dinamica, l’elemento fondamentale per le sorti processuali dell’uomo sembra essere quello relativo alla positività ai cannabinoidi. Si attendono, in questo senso, gli esiti degli esami successivi al primo test, che aveva dato risultato positivo. Nel caso le difese dimostrassero che in quel momento il conducente non era sotto effetto di stupefacenti, la pena potrebbe essere notevolmente ridimensionata. Altrimenti, l’uomo rischia, con l’aggravante in questione in aggiunta al reato di omicidio stradale, fino a 14 anni.

Secondo quanto emerso, l’indagato si trovava in Italia per consegnare una motocicletta. Il suo lavoro, stando a quanto da lui riferito, è proprio quello di trasportatore, solito dunque girare per tutta Europa. Chi ha vissuto l’udienza di convalida dell’arresto, celebrata martedì pomeriggio a palazzo di giustizia, lo ha visto particolarmente provato. Si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha voluto comunque rendere dichiarazioni spontanee, dichiarando di essere disperato, e di voler chiedere “perdono” alle famiglie delle vittime.

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