Lago di Como ai massimi storici: allagamenti e paratie inefficaci

Il lago ha raggiunto livelli eccezionali, toccando i 131,5 cm sopra lo zero idrometrico a Malgrate, tra allagamenti a riva e disagi in piazza Cavour a Como. Le paratie, costate milioni, risultano ancora non operative a causa del mancato collaudo delle pompe. Il deflusso verso l’Adda è a pieno regime, ma non basta a far rientrare l’emergenza in tempi brevi

Lecco

I laghi del Nord Italia traboccano. E il Lago di Como è ai massimi storici da quando è stata costruita la diga di Olginate, ovvero avviato il progetto di regolazione del flusso in uscita verso l’Adda. Ma il problema è che superati certi livelli e aperte completamente le paratie, non c’è più nulla da poter fare. Ieri persino sdraio e ombrelloni della spiaggia dell’Orsa Maggiore erano “a mollo” senza rimedio possibile se non spostare tutto ancor più a riva.

Su uno storico che parla dal 1946 in più di una quota massima raggiunta di 144 centimetri sopra lo zero idrometrico, ieri il Lago a Malgrate ha raggiunto anche i 131,5 centimetri, salvo poi, lentamente, diminuire. Ma a Como, in piazza Cavour, con tutta la polemica relativa alle paratie costate milioni di euro e che per ora lasciano ancora l’acqua invadere la piazza, se ne sono accorti già da giorni. E il deflusso è importante 524,3 metri cubi al secondo (524.300 litri al secondo di acqua che escono a Olginate), ma ne entrano quasi 440… Il differenziale di 84mila litri al secondo a favore dello svuotamento del lago non è sufficiente a far rientrare l’emergenza in fretta.

«Tra l’altro – spiega Emanuele Mauri presidente del consorzio dell’Adda che gestisce la diga di Olginate - la difesa su Como funziona parzialmente perché non vanno le pompe, visto che manca un collaudo tecnico. Non sono ancora pienamente operative e noi abbiamo regolato di conseguenza aprendo completamente le paratie. Il livello del Lago sopportabile a Como è potenzialmente più alto rispetto ai 110 centimetri che prima bastavano per causare l’allagamento di piazza Cavour. Ma comunque l’acqua uscirebbe dai tombini. Il marciapiede è più alto e rimane fuori dall’acqua, ma la strada si allaga perché le pompe non funzionano. Siamo però vicinissimi al massimo di concessione, che è 130 centimetri. Idealmente dovremmo raggiungerlo senza avere problemi a Como, ma non essendo pienamente operativo il sistema, può allagarsi ancora».

Quanto ci vorrà per “svuotare” il lago? «Ogni milione e mezzo di metri cubi è un centimetro di lago, quindi per scendere di 10-13 centimetri ci vorranno 2-3 giorni. Scendiamo di circa 5 centimetri al giorno. Ma nelle prossime ore se non pioverà più, come previsto, il deflusso sarà lo stesso ma il delta con l’afflusso aumenterà perché non dovrebbe piovere: guadagneremo più centimetri di abbassamento per portarci a livelli di piena sicurezza».

I lavori sul quarto ponte avrebbero bisogno di un livello del lago ben più basso: «Ora è difficile garantirlo per cui stiamo cercando di gestire l’aspetto di Protezione Civile anche se il cantiere avrebbe bisogno di livelli intorno ai 50 centimetri. Siamo a più del doppio. Ma è anche una questione di stagione irrigua: si deve garantire una riserva necessaria a irrigare il territorio a valle. Il deflusso ideale sarebbe di 200 metri cubi al secondo, e noi siamo a più del doppio. Vuol dire che l’acqua la stiamo buttando via. Neanche le turbine delle centrali idroelettriche possono reggere questi livelli. Ma la situazione è in miglioramento».

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