Cronaca / Lecco città
Martedì 25 Novembre 2025
L’Avis provinciale di Lecco celebra 30 anni: territorio ai vertici per donazioni
Nel 1995, quando è partita, Avis provinciale disponeva di 9.485 donatori. Al primo gennaio 2025 sono diventati 15.272 con un incremento del 61 per cento. Il sangue lecchese arriva anche nel Lazio, ma non c’è autosufficienza per quanto riguarda il plasma
Lecco
Sabato 29 novembre sarà una data importante per l’Avis provinciale di Lecco. Il sodalizio di donatori di sangue lecchesi festeggerà i primi trent’anni di attività con una giornata che inizierà alle 9.30 a Officina Badoni di Lecco e vedrà la partecipazione dell’ex direttore del Corriere della Sera e giornalista di grido Ferruccio De Bortoli.
Nel 1995, quando è partita, Avis provinciale disponeva di 9.485 donatori. Al primo gennaio 2025 sono diventati 15.272 con un incremento del 61 per cento. In questi trent’anni in provincia di Lecco si è incrementata del 10 per cento. Le donazioni dal 1995 sono cresciute complessivamente del 47%. Nel 1995 si raccoglievano circa 20.000 unità di sangue mentre al 1° gennaio 2025 Lecco è arrivata a 29.868 dosi di sangue, quindi vuol dire il 47% in più. Con una piccola precisazione: la raccolta di sangue intero è incrementata del 60% mentre la raccolta di plasma è rimasta praticamente immutata: erano 4.335 sacche di plasma quelle raccolte nel 1995 mentre oggi sono 4.325, quindi 10 sacche in meno di plasma in trent’anni.
Ma Bruno Manzini, presidente provinciale Avis Lecco, ha scoperto di più: «Abbiamo fatto uno studio, come Avis, che ha dimostrato che ogni euro investito in Avis attraverso la promozione della cultura della donazione di sangue, dà un ritorno alla collettività di 8 euro». Insomma, per noi non c’è dubbio che l’attività del volontariato consenta alla collettività di avere un ritorno anche in termini economici, anche se la motivazione principale che ci fa muovere è quella etica: cercare di venire incontro ai bisogni di salute di molte persone, dei nostri concittadini e su questo, in collaborazione con la sanità pubblica, quindi nel nostro caso con il centro trasfusionale di Lecco o di Merate, riusciamo a ottenere dei risultati molto soddisfacenti. Non è una novità, infatti, che la sezione Avis di Lecco raccolga sangue sufficiente per il fabbisogno della nostra provincia, ma anche per il fabbisogno degli ospedali milanesi e persino del Lazio. «Questi non sono dati nuovi perché ne abbiamo già parlato quando abbiamo presentato il bilancio sociale, però è sempre bene ricordarlo che in provincia di Lecco vengono raccolte 30.000 unità di sangue. Di queste solo 12.000 vengono usate a Lecco mentre 18.000 vanno a far fronte ai bisogni di sangue del San Raffaele anziché dell’ospedale Niguarda, e anche della Regione Lazio. Contribuiamo all’autosufficienza del fabbisogno di sangue nel nostro paese».
Discorso leggermente diverso per quanto riguarda il plasma, perché nonostante l’incremento nella raccolta registrato a Lecco, anche a livello nazionale, in questo caso, non c’è ancora l’autosufficienza. «Il plasma si usa sostanzialmente per produrre medicinali, o plasma derivati per le cure di molte patologie. La prima che mi viene in mente è l’emofilia, anziché l’albumina per gli ustionati. Ma la raccolta di plasma è un momentino più difficoltosa sia in termini di raccolta, perché ha bisogno di separatori cellulari, quindi di macchinari, sia perché la raccolta di plasma al posto dei 10 minuti dalla raccolta di sangue, ne richiede 50 minuti, o magari anche qualche minuto in più».
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