
Cronaca / Lecco città
Lunedì 28 Luglio 2025
Lecco, attivata la centrale unica di continuità assistenziale. «Un servizio avanzato»
Operativa dalle 19 alle 8 e 24 ore su 24 nei festivi, la centrale unica fornisce consigli sanitari, invia ricette dematerializzate e fa anche videochiamate.
Lecco
È partito mercoledì scorso il nuovo servizio della centrale unica di continuità assistenziale gestita da Areu, Agenzia regionale emergenza urgenza, per evitare che si ripeta quanto molti lecchesi hanno sperimentato: la difficoltà di trovare un medico dopo le 19, nei giorni festivi (sabato, domenica, festività varie). Il medico di medicina generale fatica, essendo massimalista, ovvero avendo già un numero elevato di pazienti (dai 1500 ai 1700), a gestire tutte le incombenze durante le giornate di reperibilità. Figuriamoci quando non è in servizio e le sue veci dovrebbe farle il servizio di continuità assistenziale garantito dalla Guardia Medica. Quasi sempre il paziente si rivolge al Pronto Soccorso, intasandolo spesso per motivi futili o facilmente risolvibili se ci fosse qualcuno in grado di ascoltare il paziente in difficoltà. Da mercoledì scorso è stata attivata questa centrale unica di continuità assistenziale, operativa tutti i giorni dalle 19 alle 08 e attiva 24 ore su 24 nei giorni festivi e prefestivi. Ma anche in tutti gli altri orari, non solo in quelli propri della continuità assistenziale, visto che il numero è sempre attivo, per i consigli sanitari (anche se il medico di medicina generale dovrebbe essere a disposizione).
L’attivazione della centrale unica avviene chiamando il numero europeo armonizzato (Nea) 116117. Il direttore del Nea di Areu, Simone Baratto, spiega: «Il Nea nasce a livello europeo già nel 2016 e Regione Lombardia nel 2020 lo ha reso operativo. Prima regione ad averla fatta partire in Italia, questa numerazione sostituisce i vari numeri che ogni provincia o ogni comune aveva come numero di Guardia Medica. Questo poneva già limitazioni. Il numero invece è unico e ha valenza regionale, un primo passo molto importante. Ma dal 2020 abbiamo cercato di capire dove la continuità assistenziale fosse più carente e abbiamo visto che il medico doveva rispondere al cittadino quand’era nell’ambulatorio di continuità assistenziale con l’ambulatorio pieno, il telefono che squillava e le visite domiciliari da fare. Per questo abbiamo riorganizzato il tutto. Ora chi risponde al telefono non è chi visita a casa e non è chi visita ambulatorialmente. E chi risponde ha come bacino d’utenza almeno l’Ats della Brianza». Ovvero il servizio dovrebbe essere molto più efficiente e rispondere in modo più efficace.
«La centrale – spiega ancora Baratto - dà risposte che non sono sul territorio, ma poi invia, se è il caso, il medico. Con questa centrale copriamo tutto il territorio e diamo un servizio avanzato perché si può inviare la ricetta dematerializzata oppure fare una videochiamata con quel contatto telefonico. Quel che diciamo al cittadino è: ’Hai un problema di salute? Chiamaci’. Non andare in Ps o alla guardia medica, chiama noi e ti daremo una risposta con un filtro ’tecnico’ e poi, se del caso, passeremo la parola al medico. Se il problema è urgente, manderemo noi direttamente l’ambulanza a casa. Se non è urgente, riusciamo a rispondere da remoto oppure diamo appuntamento a un nostro medico a una determinata ora visitandolo fisicamente in Guardia Medica». Non un servizio solo da remoto, telefonico, che sostituisce in toto l’accesso diretto agli ambulatori di continuità assistenziale o alle Case della Comunità, ma qualcosa di più duttile ed elastico che indirizza il paziente in difficoltà al servizio più rispondente alle sue diverse esigenze.
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