Lecco, futuro per il Ferrhotel: mini alloggi per famiglie fragili

Regione Lombardia approva il progetto per l’ex albergo dei ferrovieri. Cinquanta alloggi per donne sole, anziani, dipendenti e parenti di malati.

Lecco

Avanti piano. Il futuro del Ferrhotel di via Ferriera (per le ferrovie è sito in via Balicco 20, ma questo per il suo ingresso carraio, ndr), rimane incerto, ma almeno nelle audizioni svoltesi in Regione Lombardia in Commissione IX sull’housing sociale, si è capito cosa ne sarà dell’ormai abbandonato hotel dei ferrovieri: cinquanta mini alloggi (sarebbe più giusto definirle camere) con bagno privato per famiglie in difficoltà; donne sole con bambini; anziani in attesa di trasloco nella casa popolare; dipendenti comunali che cercano un affitto in città e non lo trovano, nelle more della ricerca; parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie del territorio e che devono restare a Lecco per qualche tempo.

Housing sociale, insomma, per cittadini italiani o con regolare permesso di soggiorno, ma che sono già inseriti nel tessuto sociale e che versano temporaneamente in situazioni di difficoltà e si rivolgono ai servizi sociali del Comune per trovare sollievo momentaneo. Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, non ha dubbi: «Non sappiamo quando e se potremo entrare in possesso del bene, perché non abbiamo ancora chiuso l’acquisto con le ferrovie, ma se ci riusciremo vorremmo lavorare insieme al comune di Lecco per dare ospitalità, in cinquanta camere private con bagno, a tutte quelle situazioni temporanee che sono incompatibili con l’essere lasciati in mezzo a una strada. Parlo di donne sole con bambini, famiglie in difficoltà, anche qualche dipendente comunale che non riesce a trovare in tempi brevi un affitto, e via dicendo. Housing sociale, insomma. Però il grosso punto di domanda è che da mesi attendiamo che le Ferrovie ci dicano se c’è o non c’è la deroga per la distanza minima dai binari».

Infatti il Ferrhotel è troppo vicino alla strada ferrata secondo le nuove normative che prevedono una distanza di sicurezza più ampia da quando, nel 2009, successe il disastro ferroviario di Viareggio che coinvolse anche le case vicine. Da allora il Ferrhotel è in zona che oggi non sarebbe edificabile: «Devono dirci loro, come scritto nel bando, se ci sarà una deroga, visto che il Ferrhotel è stato costruito molto prima, o no. Se non si potrà derogare, non potremo acquistare il Ferrhotel e a quel punto andrà demolito o comunque le Ferrovie decideranno il da farsi. Ma il problema è che la risposta, a mesi dal bando pubblicato a gennaio 2025, non c’è ancora».

Il consigliere regionale Giacomo Zamperini, però, ora vede la luce in fondo al tunnel del degrado di questa zona, non solo del Ferrhotel: «Meno male che quella zona sarà riqualificata. Non come quando ospitava solo richiedenti asilo e quella zona era andata in degrado, con tanto di episodi di spaccio. Si sta investendo per rigenerare quell’area, illuminarla, videosorvegliarla e destinarla a cittadini bisognosi. Va nell’ottica in cui crediamo. Sarebbe bello che per questo housing sociale si prevedessero posti per giovani coppie, padri separati e famiglie numerose in difficoltà. D’altronde questi progetti li stiamo sviluppando anche in altri rioni, penso ad esempio a Germanedo, in modo che le persone anche solo temporaneamente in difficoltà possano trovare degna, seppur temporanea, risposta».

Costruito per ospitare i ferrovieri, macchinisti, capotreni, diventato poi, nel tempo centro di accoglienza per migranti, il Ferrhotel era stato teatro anche di spaccio. Nel 2017, infatti, un’operazione della Polizia di Stato aveva portato all’arresto di 33 richiedenti asilo accusati di spaccio di droga in via Ferriera. Era seguita l’apposizione di telecamere di videosorveglianza sulla via. Ma a fine 2019, il Ferrhotel era stato definitivamente abbandonato.

Svuotato, era finito in un limbo che un recente bando di Ferrovie dello Stato ha cercato di portarlo fuori, riuscendoci a metà. La Fondazione Progetto Arca di Milano, che aveva utilizzato proprio il Ferrhotel come Cas, ha vinto il bando, andato praticamente deserto, di FerServizi Spa per 925mila euro, saliti poi a circa 970mila con oneri di sicurezza annessi. Un prezzo di saldo per quasi 3mila metri quadri di edificio a due passi dal centro, attaccato alla stazione…

Ma stiamo parlando di edilizia residenziale pubblica, per cui le offerte al bando provenienti da immobiliaristi non erano state ammesse. Invece Progetto Arca era stata la vincitrice. Nel bando pubblicato a fine gennaio da FerServizi Spa il Ferrhotel veniva così descritto: «Il Ferrhotel è costituito da un fabbricato articolato su quattro piani fuori terra ed un piano seminterrato della superficie complessiva di 2.709 metri quadrati, oltre che da un’area pertinenziale di 1.393 metri quadrati. All’interno i piani sono così articolati: nel piano seminterrato sono presenti i seguenti locali, ufficio, magazzino, archivio, spogliatoio, servizi, tre vani scala senza ascensore; al primo piano: due alloggi, un ufficio e quindici camere con wc nonché servizi comuni; al secondo e terzo piano 16 camere per piano con wc e servizi comuni, 2 vani scala. La struttura portante è a travi e pilastri in cemento armato, i solai in latero cemento gettato in opera, la copertura a falde

© RIPRODUZIONE RISERVATA