Lecco, pubblica amministrazione tra le meno efficienti

Un’indagine nazionale colloca Lecco all’88esimo posto su 112 comuni capoluogo, con particolare criticità nella qualità degli impiegati pubblici. Necessari 34 dipendenti in più, tasso di riscossione tributi al 79,6%.

Lecco

La qualità della pubblica amministrazione a Lecco è bassa. A dirlo è il “The Municipal Administration Quality Index”, un indice elaborato da un team di ricercatori italiani e basato su dati pubblici forniti da fonti certificate e aggiornati annualmente a partire dal 2001. Nel dettaglio, tra il 2021 e il 2023 Lecco ha ottenuto un punteggio medio di 104,17 che la colloca all’88esimo posto su 112 comuni capoluogo. Le uniche due provincie lombarde con un risultato peggiore sono Cremona e Lodi. Quest’indice di performance è ottenuto aggregando undici diversi indicatori statistici suddivisi in tre dimensioni: qualità degli impiegati pubblici locali, qualità dei politici locali e finanze pubbliche locali.

La dimensione in cui Lecco appare più debole è proprio quella della qualità degli impiegati pubblici locali, dove il punteggio medio per il triennio 2021 – 2023 è 99,8. Secondo i dati contenuti nell’ultima versione del Documento unico di programmazione di palazzo Bovara, risalente a maggio 2025, i dipendenti in servizio presso il Comune di Lecco sono 280, cinque in più rispetto a dodici mesi prima. Tuttavia, secondo le previsioni della giunta ne servirebbero 34 in più. Su 280 dipendenti complessivi, 171, ovvero il 61%, sono donne, mentre 109, ovvero il 39%, sono uomini. Tra i parametri presi in considerazione in questa prima dimensione dell’indice ci sono: anni medi di istruzione dei dipendenti pubblici; tasso di turnover; dotazione organica, ovvero numero di dipendenti per mille abitanti; tasso di assenteismo, ovvero media delle assenze per dipendente. Rispetto al titolo di studio, il 52% dei dipendenti del Comune di Lecco possiede il diploma, il 39% una laurea mentre il 9% ha terminato solo la secondaria di primo grado. Rispetto invece al turnover, nei primi cinque mesi dell’anno si sono verificate otto assunzioni e sette cessazioni di personale, di cui il 43% per “mobilità”, ovvero perché il dipendente ha scelto di trasferirsi in un altro ente pubblico.

Negli scorsi anni le opposizioni hanno più volte accusato la giunta del sindaco Mauro Gattinoni di aver gestito in modo sbagliato la macchina amministrativa provocando un importante esodo di dipendenti comunali, che tra l’altro nel 2020 erano più di 300. Il tasso di turnover influenza chiaramente anche l’età media dei dipendenti da palazzo Bovara, oggi pari a 49 anni. Nel dettaglio, il 10% degli impiegati ha meno di 30 anni mentre il 55% ha più di 51 anni. Per quanto riguarda la dimensione di bilancio, Lecco totalizza un punteggio di 103,7.

Questa dimensione comprende indicatori meramente economico – finanziari tra cui: incidenza delle spese fisse sul bilancio; rapporto tra spese effettive e accertate; percentuale raccolta delle entrate e quota di investimenti in bilancio. Secondo i dati dell’ultimo rendiconto, il tasso di riscossione dei tributi del Comune di Lecco è del 79,6%. Chiaramente i punteggi di questa dimensione sono influenzati dalla grande questione Pnrr, visto che la gran parte degli investimenti realizzati dagli enti locali negli ultimi anni sono stati finanziati proprio con i fondi comunitari.

Per quanto riguarda invece la terza dimensione, quella relativa alla qualità dei politici locali, nell’ultimo triennio Lecco ha ottenuto un punteggio medio di 111,5. Tra i parametri considerati in questo caso ci sono: anni di istruzione di sindaco e membri della giunta; parità di genere negli organi politici; quota di amministratori con profili “white collar”, ovvero impiegati, professionisti, manager.

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