
Orsini a Lariofiere: «Investimenti e imprese al centro, ma serve un’Europa più forte»
Nel suo intervento il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha richiamato la necessità di una manovra che punti su crescita e sviluppo, coordinando politiche industriali e fiscali. Tra le priorità: rilanciare Industria 4.0, ridurre il costo dell’energia e sostenere la formazione per attrarre talenti
Lecco - Sondrio
Mettere al centro investimenti, imprese e crescita con strumenti come Industria 4.0, ma serve anche un’Europa più efficace, capace di tutelare il mercato interno e investire in formazione e welfare per attrarre talenti.
Nel suo intervento a Lariofiere Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in merito alla Manovra ha sottolineato che bisogna saper coordinare le politiche industriali e fiscali, e a queste ultime «serve affiancare un set di misure che possano sostenere la crescita. Se ho un’azienda e la lascio ferma, può comunque generare reddito, ma se la sviluppo, investo e la faccio crescere, ottengo risultati migliori. Lo stesso principio vale per il Paese: il vero tema è mettere al centro gli investimenti e l’impresa, perché sono questi a trainare la crescita e lo sviluppo».
Una via secondo Orsini è quella di creare automatismi come Industria 4.0 «che ha dato una vera spinta al sistema, ma la coperta è corta e dobbiamo fare delle scelte. Gli investimenti devono essere semplici e automatici con una visione almeno triennale». Un altro tema è il superammortamento per incentivare le imprese a investire in beni strumentali, e continuare a sostenere il Sud «così da ridurre il divario con il Nord. Il Paese deve funzionare come un unico treno, se funziona tutto il treno Italia, diventiamo ancora più competitivi».
Altro nodo da risolvere il costo dell’energia: «Se in Spagna siamo intorno a 25-30 euro/MWh, in Francia si arriva a 40-45 euro/MWh, mentre da noi il costo è circa 99-100 euro/MWh. Questo rappresenta un tema fondamentale per la competitività delle nostre imprese. Su questo fronte posso dire che finalmente la parola disaccoppiamento è entrata nel vocabolario, e bisogna sottolineare che anche il Consiglio ha sostenuto questa tesi per alcune fonti energetiche che possono garantirci elettricità a un costo inferiore».
Alla domanda “Crede nell’Europa”? Orsini ha risposto: «Sono un europeista convinto, ma non di questa Europa. Il vero tema è che i grandi capitoli dell’Unione non stanno ricevendo l’attenzione che meritano. Oltre all’energia, ci sono il mercato dei capitali, che in questo momento potrebbe avere una grande capacità attrattiva grazie alla forza dell’euro, e la difesa, dove non abbiamo fatto nulla di concreto, senza un ombrello statunitense ne avremo bisogno».
Il presidente di Confindustria ha evidenziato come dipendere dall’Europa implica due possibilità: «O l’Europa si “sveglia” e riconosce l’importanza di sostenere le imprese, oppure dovrà rivedere alcune regole che rischiano di creare incertezza. L’Europa deve essere anche il soggetto che tutela il mercato interno, deve essere pronta a difendere i propri interessi economici e strategici. Questo è fondamentale, soprattutto in un momento in cui lo scenario geopolitico globale sta cambiando rapidamente».
In merito alla formazione «stiamo lavorando su alcune sperimentazioni anche in Egitto, perché oggi manca personale qualificato a tutti i livelli, ma è fondamentale aumentare anche le lauree Stem e attrarre talenti. Ma per attrarre persone qualificate serve un welfare dinamico, come offrire alloggi accessibili a chi si trasferisce da un’altra città o dall’estero. I costi degli affitti sono troppo elevati, in molte province chi paga 1.100 euro al mese per un appartamento ha uno stipendio di circa 1.500 euro, non è sostenibile. Stiamo avviando sperimentazioni concrete e credo che siamo sulla strada giusta, ma restano vincoli burocratici che rallentano la gestione degli alloggi».
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