
Lecco
Sette dosi di Mdma, il principio attivo dell’ecstsasy, per un totale di circa sei grammi. Non un quantitativo da grande narcotrafficante, quello trovato in casa di un 38enne lecchese con precedenti coinvolto in un’inchiesta condotta dalla procura di Monza sullo spaccio di droghe (soprattutto sintetiche) via Telegram, ma sufficiente a far scattare le manette e a farlo arrestare. Il fatto risale al 30 aprile, quando gli agenti della Squadra Mobile brianzola hanno dato esecuzione a 15 misure cautelari, otto delle quali nei confronti dei ragazzi minorenni, di 16 e 17 anni.
Il lecchese, l’unico “anziano” tra i personaggi coinvolti (inizialmente l’età indicata dagli investigatori era di 37 anni), è stato raggiunto “soltanto” da una perquisizione domiciliare, visto che nel quadro generale delle indagini riveste un ruolo molto marginale (gli verrebbe contestata una sola cessione di stupefacenti) e pertanto era uno dei pochi personaggi (due in tutto) indagati a piede libero. Ma il ritrovamento in casa sua della sostanza, di due bilancini di precisione e di vario materiale vario per il confezionamento delle singole dosi di stupefacenti, hanno fatto scattare l’arresto in flagranza di reato. Non ha giocato a suo favore il suo passato, visto che, secondo quanto riferito dalla Questura di Monza, a sui carico risultano precedenti per reati dello stesso tipo. Gli affari scoperti dalla polizia riguardavano la vendita di cocaina, hashish e in particolare droghe sintetiche: anfetamine, ecstasy, speed e ketamina, molto diffusa quest’ultima, nell’ambiente dei rave party. Un giro molto fiorente gestito via chat, nelle quali compratori e pusher si accordavano su prezzi e “offerte speciali”.
Nel corso delle indagini sono state sequestrate varie sostanze: un chilo di hashish, circa 200 grammi di ketamina (un etto veniva venduto a 650 euro), 50 grammi di anfetamine, 100 grammi di MDMA e circa 3mila pastiglie di ecstasy trovate il 5 agosto 2024 in un appartamento di Cogliate. L’inchiesta è nata dal ricovero in ospedale di una 17enne di Monza che dopo una notte di trasgressione ha accusato un grave malore per abuso di alcol e droga. Da quell’episodio gli investigatori sono risaliti al fornitore 24enne della giovane e successivamente alla rete di pusher, la metà della quale era costituita da minori (due della provincia di Como, residenti a Mariano Comense e Cabiate).
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