West Nile, il virus anche nel lecchese. Signorelli: «Utile disinfestare»

Colico

L’emergenza West Nile ha ripercussioni anche nella nostra provincia. A Colico, dove è stata confermata la presenza del virus in esemplari di avifauna selvatica, è scattato l’allarme. A comunicarlo è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che ha rilevato la positività anche nel territorio di Varese. A seguito di questa segnalazione, il Centro Nazionale Sangue ha diramato un provvedimento urgente volto a prevenire la trasmissione del virus attraverso le donazioni di sangue. Secondo quanto riportato nella circolare ufficiale, nelle Province di Lecco e Varese saranno applicate misure straordinarie per la sicurezza trasfusionale. In particolare, tutti i donatori che abbiano soggiornato anche solo una notte in queste aree saranno sottoposti a sospensione temporanea di 28 giorni, salvo che non venga utilizzato il test Nat (Nucleic Acid Testing) per la rilevazione del West Nile virus. L’allerta riguarda anche i banchi di sangue cordonale, soprattutto in vista dell’esportazione internazionale: ogni unità destinata a uso personale dovrà essere sottoposta a test Nat, con adeguata informazione preventiva alla madre donatrice.

Insomma, i campanelli d’allarme suonano. Apparentemente a distesa. Ma c’è davvero da preoccuparsi? Il professore di Medicina Preventiva al San Raffaele nonché presidente del Comitato Nazionale Vaccini Carlo Signorelli non si agita più di tanto: «I numeri complessivi ci dicono di no. Non c’è una grandissima preoccupazione, nel senso che i numeri della West Nile del 2025 non sono molto diversi da quelli dell’anno scorso. Il baricentro è in Centro Italia, non al Nord, ma le precauzioni sono utili e le continuiamo a ribadire con forza. Bisogna fare le disinfestazioni e usare qualche cautela per le donazioni di sangue, dove i rischi sono molto ridotti».

Perché i rischi sarebbero ridotti? Il professore lecchese spiega: «Pensare che del sangue donato per una trasfusione abbia dentro il virus, siamo a probabilità infinitesime, ma la prudenza non è mai troppa». Il 70-80 per cento dei casi è asintomatico: «I soggetti fragili sono a rischio: fragili, immunodepressi, sottoposti a medicinali che deprimono il sistema immunitario e anziani. La letalità però, per intenderci, è molto più bassa di quella del Covid. E le disinfestazioni sono efficaci, anche se devono essere fatte dove ci sono le condizioni per farle. Tutte le malattie trasmesse da vettori hanno nella lotta ai vettori stessi una delle armi a nostra disposizione. Poi tutti noi possiamo aiutare, riducendo la presenza di vettori nelle nostre case: non lasciare acqua stagnante nei vasi, prevenire individualmente le punture di zanzara, evitare di andare scoperti nelle ore del tramonto dove i vettori pungono di più e mettersi dei repellenti, per esempio».

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