
Cronaca / Lecco città
Martedì 23 Settembre 2025
Zangrillo al Job Day PA: «La Pubblica amministrazione non è un ripiego»
Al Palataurus il ministro ha invitato i giovani a considerare il lavoro pubblico come opportunità di crescita e responsabilità. Riduzione dei tempi dei concorsi, più formazione e valorizzazione del merito i punti chiave per attrarre nuove generazioni motivate
Lecco
Non più un rifugio per chi cerca il “posto fisso”, ma un’opportunità di crescita e responsabilità. Così il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha descritto il valore e il futuro del lavoro nel settore pubblico, invitando i giovani a considerarlo non come ripiego ma come scelta consapevole di servizio alla comunità. Le sue parole hanno chiuso il Job Day PA, che si è svolto lunedì mattina al Palataurus di Lecco, prima iniziativa a livello nazionale interamente dedicata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nella Pubblica amministrazione, organizzata dalla Provincia in occasione dei suoi 30 anni di attività.
«Oggi non possiamo e non dobbiamo più pensare al lavoro pubblico come a un semplice ripiego – ha sottolineato il ministro – Il dipendente pubblico è un civil servant, un servitore dello Stato. Ogni giorno deve sapere che quello che fa non è solo per sé e per la propria famiglia, ma per l’intera collettività».

Un richiamo che Zangrillo ha reso concreto anche attraverso la sua esperienza personale: «Ho lavorato trent’anni nel privato, ma quando sono entrato nella Pubblica amministrazione ho capito la differenza. Qui non si risponde a un’azienda o a un gruppo ristretto di interessi, ma all’intero Paese». Una responsabilità che, ha ricordato, si manifesta simbolicamente già nel giuramento al Quirinale, davanti al Presidente della Repubblica.
Nel suo intervento al Palataurus, davanti a studenti, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni, il ministro ha anche voluto smontare alcuni luoghi comuni che da anni accompagnano l’immagine del pubblico impiego, come l’idea dei fannulloni: «Chi non ha voglia di lavorare c’è sia nel privato sia nel pubblico. È una leggenda che non regge alla prova dei fatti».
Allo stesso modo, l’equazione «pubblica amministrazione uguale posto fisso» è ormai superata: «Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente. I giovani oggi non cercano semplicemente un’occupazione, ma il lavoro giusto, che sappia conciliare formazione, crescita personale e qualità della vita».
Per rafforzare questo cambio di prospettiva, Zangrillo ha ricordato come negli ultimi anni il sistema pubblico abbia iniziato a trasformarsi, con l’obiettivo di diventare più rapido, più efficiente e più vicino alle esigenze reali dei cittadini. Sul fronte del reclutamento, per esempio, i tempi dei concorsi sono stati ridotti drasticamente: da oltre due anni in media nel 2021 a pochi mesi oggi. «Significa che chi vuole mettersi alla prova nella Pubblica amministrazione non deve più affrontare attese interminabili, ma può entrare in gioco in tempi rapidi» ha spiegato.

Un altro punto chiave riguarda la formazione, considerata dal ministro come l’investimento più importante per garantire qualità e competitività. Negli anni passati, i dipendenti pubblici ricevevano in media appena sei ore di aggiornamento professionale: troppo poco per un mondo del lavoro che evolve velocemente. «Siamo arrivati a 36 ore all’anno – ha ricordato – ma la sfida non è finita: servono percorsi costanti, che consentano di aggiornare e manutenere le competenze».
Il tema del merito è stato affrontato collegandosi al disegno di legge in discussione, che punta a riconoscere e valorizzare chi si distingue per professionalità e impegno. Una misura che, nelle intenzioni del ministro, deve servire ad attrarre giovani motivati e a responsabilizzare chi già lavora nella macchina dello Stato. «Non esiste crescita del Paese – ha aggiunto – senza una Pubblica amministrazione che funziona. E non si tratta solo dei ministeri: penso ai piccoli comuni montani, alle scuole, agli uffici periferici che devono dare risposte concrete ogni giorno».
Il discorso si è chiuso con un invito rivolto direttamente ai ragazzi presenti in sala. Non un appello generico, ma un’esortazione a concepire lo studio e la formazione come strumenti che vanno oltre l’acquisizione di nozioni. «Studiate – ha concluso Zangrillo – non soltanto per sapere, ma per saper fare e soprattutto per saper essere. È questa la chiave che può rendere la Pubblica amministrazione una scelta di vita e non solo un impiego. Ed è questo che serve al futuro dell’Italia».
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