
Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 17 Settembre 2025
Calco, Romualdo Massironi nominato Cavaliere della Repubblica
Riconoscimento per il divulgatore delle tradizioni popolari, figura storica del territorio. L’amarezza per le realtà che tradiscono la loro missione.
Calco
Romualdo Massironi è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica. Una notizia che se da un lato non può che renderlo felice, vedendogli riconosciuti i meriti nella divulgazione delle tradizioni popolari da quasi mezzo secolo, dall’altro lo intristisce, perché sono numerose le realtà odierne che tradiscono la loro missione.
A marzo, l’amministrazione comunale di Calco aveva inoltrato la candidatura alla Prefettura e proprio da Lecco, qualche giorno fa, è arrivata la comunicazione che riferisce della firma da parte del Presidente della Repubblica del decreto che attribuisce a Massironi il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica.
«Questo riconoscimento è uno sprone a continuare su questa strada, dando una mano ai pochi gruppi folcloristici che ancora sopravvivono. Tuttavia, non posso che rammaricarmi del fatto che, anche nei pochi gruppi rimasti, ci siano persone che lo fanno per amor proprio e non per amore delle tradizioni».
Almeno per il momento, Massironi, da vent’anni alla guida dell’associazione culture popolari e tradizioni della Lombardia, che ha sede a Calco, preferisce non fare i nomi, ma sta preparando una relazione dove metterà tutto per iscritto.
«Lavoro in questo settore da cinquant’anni e già tempo fa il professor Albertoni, con cui ho collaborato, sosteneva la necessità di cancellare la metà dei gruppi esistenti in regione per tenere alta la qualità. I gruppi devono avere il proprio costume, che va indossato. Vanno poi evitati tutti gli errori, anche banali, ma che rovinano l’insieme. Per esempio, quando si indossa il costume, non si devono avere anelli alle orecchie o orologi al polso. Chi sceglie di dedicarsi all’arte folclorica, deve adottare un certo comportamento».
«È evidente che gruppi piccoli fanno fatica a sopravvivere. Tuttavia - afferma, lanciando un’altra stoccata - non è concepibile che si uniscano gruppi con storie e tradizioni diverse perché ciascuno di loro ha le proprie peculiarità e deve mantenerle».
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