Furti e rapine in tutta Italia, arrestati due romeni residenti a Merate

Ci sono anche due cittadini romeni residenti a Merate tra le nove persone (tra i 21 e i 48 anni) destinatarie di altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dal tribunale di Pavia con accuse di rapina, furto aggravato, riciclaggio e ricettazione

Merate

Furti e rapine in grande stile (soprattutto di profumi e di articoli di cosmesi) messe a segno in tutta Italia. Ci sono anche due cittadini romeni residenti a Merate tra le nove persone (tra i 21 e i 48 anni) destinatarie di altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dal tribunale di Pavia con accuse di rapina, furto aggravato, riciclaggio e ricettazione. Le misure (tre in carcere, sei ai domiciliari) sono state eseguite dai carabinieri della compagnia di Voghera (Pavia), con il supporto dei militari delle compagnie di Vimercate (Monza e Brianza), Corsico (Milano), Latina e Merate, dove risiedono, secondo quanto riferito dai carabinieri della città lombarda, due componenti della banda di malavitosi romeni.

L’indagine ha preso il via da un furto avvenuto in un capannone di stoccaggio di profumi di alta gamma a Casei Gerola, nel pavese. L’attività degli investigatori è partita dall’analisi delle immagini di videosorveglianza e dalle telefonate. Si sono così individuate le auto utilizzate durante il colpo, risalendo ai presunti utilizzatori delle vetture. Gli investigatori hanno poi collegato al gruppo altri furti simili avvenuti sempre a Casei Gerola (Pavia), Villasanta, nel monzese (il furto di un tir che trasportava filati pregiati, per un valore di circa 200mila euro), a Pistoia (un assalto a un deposito di cosmetici), e due rapine commesse a Voghera e Lodi.

Secondo quanto riferito, il gruppo agiva seguendo uno schema operativo ricorrente: accurati sopralluoghi, furto di veicoli utilizzati per le spaccate e per i blocchi stradali, rapide successive fughe. Gli indagati, a parte i due di Merate, sono residenti soprattutto nell’hinterland a nord di Milano e nell’area di Trezzano sul Naviglio (Milano), avrebbero effettuato frequenti spostamenti per portare a termine i colpi, dando vita a un vero e proprio «pendolarismo criminale».

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