
Cronaca / Merate e Casatese
Sabato 24 Maggio 2025
I vicini di Mohamed: «Terrorista? Un ragazzo gentile e integrato»
Parlano i residenti del condominio di Montevecchia dove viveva il ventenne arrestato per terrorismo»
Montevecchia
Sono tutti attoniti a Montevecchia per l’arresto di Mohamed Ghonim, 20 anni, con l’accusa di terrorismo.
Il giovane risiedeva da tempo con la famiglia in un appartamento al civico 32 di via San Francesco e per il suo comportamento non aveva mai destato preoccupazioni. Anzi, i vicini lo descrivono come una persona per bene, a modo, gentile, che si era perfettamente integrata nella comunità.
Il blitz che ha portato al suo arresto risale a mercoledì quando attorno alle 7 nella via residenziale della parte bassa del paese «sono arrivate diverse pattuglie della polizia e auto in borghese della Digos. Una dozzina di uomini in tutto. Saliti al terzo piano del condominio, si sono fatti aprire la porta e lo hanno portato via». «Fino ad oggi nessuno sapeva il motivo dell’arresto. Immaginavamo che fosse qualcosa di grosso per far muovere tanta gente. Certo non poteva trattarsi di un minimo di droga». Nessuno però riteneva credibile che si potesse trattare di terrorismo.
Almeno fino a quando la notizia non è stata diffusa da giornali e telegiornali sabato mattina. Mohamed Ghonim abita a Montevecchia da sei o sette anni. Il primo della famiglia a insediarsi era stato il papà, che fa il pizzaiolo in Brianza, e che a lungo aveva abitato da solo. Successivamente, in seguito al ricongiungimento familiare, nell’appartamento sono arrivati anche la moglie con i tre figli, il più grande dei quali è proprio Mohamed, che frequenta un corso di farmacia all’università di Milano. Mohamed, almeno all’apparenza, non è comunque mai apparso come un estremista ai vicini. Anzi.
«Vedendolo - racconta il vicino di casa - tra tutti, lui era il più integrato. Era spontaneo, chiedeva e si interessava della gente della zona». «Lui - continua il vicino - studia farmacia e mai sarei andato a pensare che potesse avere a che fare con queste cose. Quando abbiamo saputo i motivi dell’arresto, è stata una sorpresa anche per noi. Secondo me è una persona un po’ ingenua ma si era perfettamente integrato. Era educato e di sicuro non pareva una persona radicalizzata. Se qualcuno me lo avesse detto, gli avrei risposto che si sbagliava di grosso». Nessun commento sul fatto in sé da parte del sindaco di Montevecchia, Ivan Pendeggia, a tutela della famiglia. «In merito ai recenti fatti di cronaca l’amministrazione comunale di Montevecchia è rimasta molto scossa da quanto appreso dai mezzi d’informazione. Non riteniamo il momento adatto per delle dichiarazioni che vadano oltre lo stupore da un lato e la gratitudine verso le forze dell’ordine dall’altro».
Qualche giorno fa, prima del blitz, le forze dell’ordine avevano fatto un passaggio in municipio, forse per raccogliere gli ultimi elementi prima di intervenire. «La nostra piccola comunità locale - conclude il sindaco - è un mondo che vorremmo rimanesse sempre lontano da parole e concetti come terrorismo e jihad e quando arriva un fulmine a ciel sereno come la notizia dell’arresto si rimane un po’ interdetti, soprattutto perché siamo un comune aperto, accogliente, pacifico e pacifista nel suo significato più ampio».
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