
Cronaca / Merate e Casatese
Lunedì 18 Agosto 2025
Paderno, tunnel sotto l’Adda: alternativa al viadotto?
L’architetto De Simone propone un tracciato sotto il fiume il per il traffico veicolare, con costi inferiori e minore impatto ambientale rispetto a un nuovo ponte. Il sindaco Torchio è scettico.
Paderno d’Adda
Scavalcare l’Adda non da sopra, con un nuovo viadotto, come ipotizzato da Rfi e Regione Lombardia, ma da sotto, con un tunnel scavato una decina di metri sotto l’alveo.
Ad avanzare l’ipotesi alle due amministrazioni di Paderno d’Adda e Calusco d’Adda, l’architetto Fernando De Simone, referente in Italia del gruppo olandese Tec-Tunnel, che fa parte del gruppo Royal Haskoning Dhv, e di quello norvegese Norconsult, multinazionale che costruisce tunnel e ponti in tutto il mondo.
Proprio De Simone, una trentina di anni fa, con la Norconsult ha realizzato l’impianto di potabilizzazione sotterraneo della Acsm, Azienda Comasca Servizi Municipali.
Per l’architetto, non solo la realizzazione di questo tipo di opera risulterebbe meno costosa di un nuovo viadotto ma garantirebbe numerosi vantaggi dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico e acustico, oltre che un minore impatto ambientale.
De Simone sostiene che il ponte San Michele, al netto di un’adeguata manutenzione, «potrebbe continuare a garantire il passaggio del traffico ferroviario». Di conseguenza, occorrerebbe risolvere il solo problema del traffico automobilistico.
«Per far passare le auto da una parte all’altra dell’Adda si potrebbe realizzare un tunnel sotto l’alveo dell’Adda. Nel punto in cui oggi si trova il San Michele, il dislivello è di 80 metri. Dato che il fiume ha una profondità di 5 metri, occorrerebbe quindi scendere, diciamo, di 110 metri. Realizzando una strada con una pendenza del 5%, servirebbero circa due chilometri per parte. Se però si parte da un punto diverso, dove il dislivello è minore, anche lo spazio necessario diminuisce fino a 300-400 metri per parte, con costi che arrivano a 100 milioni al massimo».
Se invece, prosegue De Simone, «si volesse realizzare un tunnel anche per il passaggio dei treni merci, allora bisognerebbe averne 7 chilometri da una parte e 7 dall’altra. In questo caso, tuttavia, buona parte sarebbe in trincea, mentre solo gli ultimi chilometri verrebbero realizzati in tunnel». Con costi, sostiene sempre l’architetto, «inferiori a quelli prospettati dall’intervento della Regione».
La costruzione di un tunnel al posto di un viadotto avrebbe anche numerosi altri vantaggi: dal minore inquinamento acustico (ridotto a zero) all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico (ridotto perché all’interno del tunnel verrebbero installati filtri ai carboni attivi ed elettrostatici) oltre che paesaggistico.
«Se l’ipotesi fosse davvero fattibile - il commento di Giampaolo Torchio, sindaco di Paderno d’Adda - saremmo davvero tutti più felici, anche se francamente si tratta di una soluzione che sul territorio di Paderno appare poco proponibile a causa del dislivello esistente».
Se fosse realizzato, il tunnel non sarebbe l’unico in zona. Al di là dell’Adda, una ventina di anni fa, la cementeria aveva infatti realizzato un tunnel di 10 chilometri che collega la cava di Colle Pedrini con Palazzago con il deposito di Monte Giglio e con la cementeria stessa di Calusco.
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